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MARCO PICONE

Shadowing e Gis qualitativo: due strumenti per narrare la città

Abstract

Questo breve articolo descrive la città attraverso due tecniche di ricerca qualitativa (lo shadowing e il Gis qualitativo). Partendo da alcuni esempi, tratti dall’esperienza sul campo, vengono valutati limiti e possibilità delle tecniche in oggetto. L’obiettivo è quello di argomentare la necessità di utilizzare e sviluppare nuovi strumenti metodologici per conoscere le configurazioni urbane. Gli autori sostengono il bisogno di muoversi all’interno di un orizzonte interdisciplinare e di utilizzare tecniche capaci di far emergere narrazioni polifoniche della città. Analizzando le potenzialità dialogiche dello shadowing e le potenzialità sovversive dei Gis qualitativi, una cartografia capace di rappresentare lo spazio mentale degli abitanti, viene affermata la necessità di continuare nella pratica di metodi ibridi, capaci di stimolare la creazione di nuove ri-descrizioni. La città, quindi, per essere compresa, pensata e trasformata ha bisogno di creatività e sperimentazione: nuovi strumenti che tentino modalità ibride di conoscenza, scardinando l’egemonia di rappresentazioni autoritarie incapaci di dare corpo e voce ai gruppi sociali meno potenti. L’obiettivo finale, dunque, diviene il bisogno di proiettare la ricerca urbana qualitativa in un orizzonte politico, inteso come spazio pubblico della discussione e dell’interazione.