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EMANUELE PALAZZOTTO

Mediterranean transcriptions in Sicily

Abstract

In Sicilia, terra di confronto e d’incontro tra culture, la migrazione e la mutazione si pongono come condizioni essenziali per la costruzione di quella sintesi espressa nello stupefacente palinsesto culturale offerto dall’orizzonte mediterraneo. Si tratta di una sintesi del tutto originale che, grazie all’attitudine all’ascolto, ha spesso fatto tesoro della compresenza di contrasti stridenti, ricomponendoli in inedite unità. I luoghi “mediterranei” di Sicilia, luoghi del paradosso per eccellenza, vivono di questi contrasti e ci mostrano la loro forza essenziale nel rivelare quella particolare circolarità temporale che li permea, che li ha strutturati nel tempo e nello spazio e che consente di leggere, con continuità, la «novità dell’identico», il perennemente provvisorio presente in natura. In tale radicato contesto culturale - all’interno di quella che da molti autorevoli critici è stata definita come una vera e propria “scuola” di architettura – e, soprattutto, attorno alla figura coagulante di Pasquale Culotta è stata sviluppata negli ultimi decenni un’opera di riflessione progettuale che ha visto la «... pratica del progetto di architettura, costruita su due fondamentali ambiti di esperienza: il territorio siciliano e quello dell’architettura universale». Questa architettura contemporanea, fatta da siciliani in Sicilia, fonda gran parte della propria riconoscibilità sul processo messo in atto e all’interno del quale essa si conforma. È un processo che si sviluppa procedendo su un’opera di “traduzione” in architettura dei “materiali” fisici, sociali e culturali del luogo che può essere assimilata alla pratica della trascrizione. Nell’architettura della casa, che per gli abitanti è la più diretta traduzione delle proprie consuetudini di vita, delle necessità e delle aspirazioni più intime, questo lavoro di trascrizione si rivela con particolare evidenza. Riflettendo sulla casa, la trascrizione opera necessariamente attorno a quei nuclei di permanenza, che devono essere riconosciuti e interiorizzati affinché si possa proseguire, consapevolmente, su un percorso già tracciato. Alcuni di questi nuclei accomunano i progetti delle case che affianchiamo a questo testo: essi possono essere facilmente riferiti a quella ricomposizione dialettica che, da sempre, è stata un’attitudine fondante e ricorrente nell’architettura siciliana.