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EMANUELE PALAZZOTTO

Lo spazio della chiesa tra soglie e declinazioni del vuoto

Abstract

Gli assunti liturgici derivanti dal Concilio Vaticano II pongono una particolare attenzione sulla spazialità interna dell’edificio cultuale, strettamente relazionata al modo di essere della comunità di fedeli che al suo interno si raduna e da esso è rappresentata. Il progetto di uno spazio liturgico manifesta con chiara evidenza il processo conflittuale che è proprio dell’architettura, un processo che esalta vicendevolmente i termini in gioco motivandone l’intima essenza e dove il rapporto tra la corporeità (con i suoi diversi livelli fisici e simbolici) e la spiritualità dovrebbe definirsi come un riferimento costante rispetto a cui azione, condivisione e partecipazione convergano nella conformazione spaziale dell’insieme, concretizzando così il rapporto tra immanenza e trascendenza attraverso la coscienza dell’azione. In questo saggio s’intende verificare come, nella composizione della chiesa contemporanea, l’accezione semantica di vuoto “attivo”, quale spazio di relazione tra uomini e cose, possa assumere una particolare accezione nella trascrizione architettonica di gran parte dei principi attorno a cui conformare gli spazi cultuali, in maniera che essi siano coerenti, stimolanti e rispondenti alle richieste liturgiche.