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ROSARIO NOBILE

Barocco perduto, barocco dimenticato

Abstract

Quaranta anni ci separano dal 1968 e la distanza è ormai tale da farci scorgere relazioni, intrecci, combinazioni che i protagonisti del tempo forse non sono riusciti a intravedere. Probabilmente non c’è altro che casualità nella coincidenza tra un terremoto devastante e la “riscoperta”, o meglio la ribalta pubblica, del barocco siciliano, ottenuta attraverso il contributo di sir Anthony Blunt. Eppure questa concomitanza cronologica fortuita finisce per assumere oggi significati imprevedibili. Se la strada intrapresa è stata orientata verso l’abbandono dei centri e verso la sufficienza con cui si è guardato al passato (con alcune eccezioni e grazie in particolare a benemeriti studiosi locali), oggi il percorso può essere ripreso con altri strumenti e con aspettative limitate alla salvaguardia della memoria e al poco che resta.