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ROBERTA TERESA DI ROSA

MEDIAZIONE NELLE CITTA' TRA CONTENIMENTO E INNOVAZIONE

Abstract

Il ricorso a processi di mediazione sociale è previsto all’interno della Carta del Diritti dell’Uomo nelle Città, firmata a Saint Denis il 18 maggio 2000. In essa è affrontata la questione dei diritti nel quotidiano e vengono affermati un insieme di diritti destinati a garantire a tutti la qualità di vita nelle città senza distinzione di sesso, di età, di opzioni sessuali, di luogo di origine, di handicap fisici o psichici. Ma va specificato che ciò che qualifica la mediazione come “sociale” o “comunitaria” non è il tipo di conflitto nel quale interviene, ma piuttosto la sua potenzialità di creare o ricreare i legami e i vincoli fondanti l’appartenenza alla comunità attraverso la gestione partecipata dei conflitti e del processo di ricerca di una loro soluzione. La sua applicazione richiama, inoltre, l’attenzione verso alcuni temi ad essa connessi, in particolare il rapporto tra spazio e conflitto, l’esclusione sociale e la gestione del conflitto nelle città. La questione dello spazio è un elemento fondamentale nel conflitto sociale, per la sua ricaduta sulla genesi e l’evoluzione del conflitto in un determinato ambito territoriale: lo spazio risulta particolarmente significativo rispetto all’insorgenza di un conflitto, come pure rispetto alle modalità di espressione dello stesso. In questo senso, lo spazio diventa allora significativo nelle relazioni sociali, come dimostrano i conflitti tra condomini per l’occupazione di un cortile, o per i residenti di un quartiere che si mobilitano contro gli occupanti abusivi di zone del territorio. Strettamente connesso al tema dello spazio è quello dell’accesso: il conflitto non nasce solo per la conquista e il controllo materiale e culturale del territorio urbano, ma anche e sempre più dallo scontro di utenti nell’accesso e nella fruizione di servizi. È un conflitto per uno “spazio di benessere”. In questo contesto, la mediazione sociale appare come una nuova via che permette la corresponsabilizzazione dei cittadini, insieme agli amministratori e ai politici, rispetto la gestione della vita quotidiana, proprio in un momento storico in cui la conflittualità viene avvertita come crescente in relazione a varie questioni, come l’uso dello spazio pubblico, la difficoltà di autonomia dei giovani o l’aumento delle presenze di soggetti portatori di altre culture e di altri modelli di convivenza. Al di là dei singoli (e spesso isolati) progetti di mediazione, è la cultura della mediazione che sembra da promuovere per i suoi effetti di promozione dell’impegno civico, di rafforzamento di prassi di uguaglianza e rispetto, di partecipazione cittadina e di esercizio attivo della democrazia.