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MICHELE COMETA

Lacune. Una rilettura delle "Affinità elettive" di J. W. Goethe

Abstract

Possiamo affermare che lo spatial turn nella teoria letteraria, oggi si è definitivamente compiuto. Gli studi su letteratura e geografia, su letteratura e spazio, su letteratura e cartografia fanno bella mostra di sé nelle biblioteche di tutto il mondo. Ne sono derivati innumerevoli vantaggi sul piano di una teoria letteraria sensibile ai cultural turns: l’emancipazione della critica letteraria dalla sua irriducibile testolatria – necessaria in particolare dopo la sbornia decostruzionista – il contenimento del suo etnocentrismo e del suo eurocentri- smo, il riposizionamento della discorsività nei saperi e nelle prassi geografiche, lo sviluppo di modelli performativi nell’analisi letteraria, un vero e più credibile rapporto tra testo e visualità e, non da ultimo, la rilettura di un’enorme quantità di testi – canonici e non – in cui i “fatti” spaziali, le cartografie, esplicite e implicite, gli aspetti topografici e topologici assumono un significato centrale