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M041 - TEORIA, PROGETTAZIONE E DIDATTICA DELL'ITALIANO COME LINGUA SECONDA E STRANIERA

“Le vie dell’accoglienza” – Performance teatrale, laboratori didattici, interculturalità (6 ottobre 2015)

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6 ottobre 2015. Il 9 ottobre la Scuola di Lingua italiana per Stranieri (ItaStra) dell’Università di Palermo presenterà alla città una manifestazione all’insegna della multiculturalità e dell’inclusione: “Le vie dell’accoglienza” – Performance teatrale, laboratori didattici, interculturalità”, un pomeriggio di spettacoli e laboratori didattici inserito nel calendario del Festival le Vie dei Tesori. Protagonisti della giornata i minori non accompagnati che da mesi prendono parte attiva ai percorsi di inclusione linguistica della Scuola ItaStra.
L’appuntamento è alle ore 17.30 nella sede della Scuola, il Complesso di Sant’Antonino (Piazza Sant’Antonino n.1) che sarà il set di tanti momenti in cui si presenteranno i lavoro e i risultati di anni di formazione, didattica e accoglienza.

“Le vie dell’accoglienza” inizierà con la performance “Echi della lunga distanza. Laboratorio 2. Letture dopo lo sbarco”. In scena i minori non accompagnati, con il coordinamento artistico di Yousif Latif Jaralla. Nella performance si intrecciano storie reali vissute nel Mediterraneo o in attesa di attraversarlo, lotte e sacrifici per approdare sulle coste dell’Italia, immagini, fotografie e lingue differenti: bangla, walof, bini, francese, jola, inglese, ma anche italiano per raccontare al pubblico di Palermo il loro vissuto.
La proiezione delle foto di Antonio Gervasi accompagnerà le interpretazioni. Lo spettacolo è stato realizzato anche con il supporto dei docenti ed è il prodotto dei percorsi di inclusione linguistica della Scuola di Lingua italiana per Stranieri, da anni impegnata nell’accoglienza della popolazione migrante della città. Lo spettacolo, emozionante quanto reale, è stato già presentato in versione ridotta il 27 settembre nello spazio di San Giovanni Decollato, all’interno della manifestazione “Palermo in tutte le lingue – Ballarò d’autunno”, suscitando applausi ed emozione.

A seguire tre laboratori didattici condotti dai docenti della Scuola: “Suoni in movimento. La fonetica con il teatro”; “L’autobiografia linguistica come strumento di apprendimento didattico”; “Apprendere con il corpo: il Total Physical Response”. Con i laboratori i partecipanti potranno sperimentare le tecniche utilizzate nel Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”. Inoltre scopriranno come avviene nella pratica l’incontro fra le lingue e le storie dei migranti e degli operatori che li accolgono. L’iscrizione ai laboratori è gratuita ed aperta ad un massimo di 20 partecipanti. Per iscriversi occorre inviare una email a masteritastra@unipa.it.

“Echi dalla lunga distanza” non è letteratura migrante ma poesia creata da migranti – commenta la direttrice della Scuola Mari D’Agostino – Questa giornata è rivolta a docenti, operatori di comunità, studenti e in generale a tutti quelli che vogliono scoprire o conoscere meglio un frammento del sistema accoglienza di Palermo che funziona 365 giorni l’anno ma anche una realtà, quella dei giovani migranti, che sceglie di presentarsi alla città con le sue lingue e le sue storie che dovranno avere posto nell’Italia del futuro”.

Durante la giornata le donne migranti di Palermo che hanno partecipato ai corsi di lingua italiana, di educazione civica e alla salute del bambino promossi dal progetto Fei “I Saperi per l’inclusione” esporranno i loro prodotti sartoriali artigianali realizzati all’interno del laboratorio di taglio e cucito.

Dal volontariato al Master: “Voglio essere più competente nell’insegnamento dell’italiano”

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9 settembre 2015. Un’attività di volontariato può far venire fuori passioni celate, desideri ancora nascosti. Come quello di Valeria che, dopo aver studiato lingua francese, ha capito che insegnare la lingua italiana agli stranieri era la strada da seguire. Da lì, la scelta di iscriversi al Master. “E’ impegnativo e sono contenta di frequentarlo”

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Mi chiamo Valeria Vitale, ho 42 anni e vengo da Palermo. Mi sono laureata a Palermo in Lingue e Letterature straniere moderne – francese dal marzo 2002.
Ho conosciuto il Master mentre ero impegnata nella mia attività di volontariato presso una scuola privata di lingua italiana per stranieri di Palermo.
Ho cominciato il mio volontariato per caso, grazie ad un mia amica che conosceva la direttrice della scuola e sapeva che io volevo svolgere un periodo di tirocinio per insegnamento di Italiano. Quindi, fino a qualche tempo fa, ero sempre impegnata con questa attività e mi sono accorta che insegnare italiano come lingua straniera era qualcosa che mi appassionava e che, in realtà, mi aveva sempre appassionato.
A poco a poco, dopo i primi 6 mesi di tirocinio, la direttrice iniziò ad affidarmi delle classi di livello A1-A2. Successivamente ho avuto l’incarico di seguire anche altri livelli. Le classi erano spesso formate da uno o due studenti stranieri, mentre in estate la scuola era ancora più frequentata. Dovevamo quindi lavorare di più.
Dopo questa esperienza per me importante, è nata la scelta di intraprendere il Master perché volevo diventare più competente nell’insegnamento dell’italiano sia come lingua seconda che come lingua straniera. Vorrei imparare ad insegnare in maniera più professionale.
Il Master è molto più impegnativo di quanto pensassi e sono contenta di frequentarlo. Per il futuro vorrei restare a Palermo ed insegnare italiano ancora qui.

(nella foto: Valeria Vitale con le donne del progetto Fei “I Saperi per l’Inclusione” – www.isaperiperlinclusione.it )

Il profilo professionale di “Insegnante di Italiano come Lingua Straniera”. Si concludono i tirocini all’estero

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1 settembre 2015. Si stanno concludendo i periodi di tirocinio all’estero degli studenti del Master. Si tratta soprattutto di studenti che hanno scelto il profilo professionale di “Docenti di italiano come LS” , fra i tre possibili profili professionali offerti dal Master: docenti di italiano come LS, docenti di italiano come L2, docenti di italiano per “utenti fragili”
Ecco alcune note di Giuseppe Fazio sulla sua esperienza a Barcellona.

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Ho svolto il mio tirocinio all’estero presso il Servei de llengües della Universitat Autònoma de Barcelona; il tirocinio è durato nove settimane, dal 25 maggio al 31 luglio 2015, per un totale di duecentocinquanta ore.

Durante questo periodo di tirocinio ho fatto osservazione e alcuni interventi in classe; ho ideato, scritto e registrato, su richiesta e con l’aiuto della prof.ssa d’italiano Adriana Padoan, una trentina di brevi dialoghi da usare come materiale audio per i corsi e per gli esami finali d’italiano di livello A1 e A2 ed ho collaborato, scrivendo il copione e recitando come unico attore, alla realizzazione di un video sugli stereotipi degli italiani, destinato agli studenti catalani in partenza per l’Erasmus in Italia.

Per quanto riguarda l’apprendimento professionale, questa esperienza è stata senz’altro densa e molto stimolante; mi ha permesso un confronto con un ambiente di lavoro fatto di colleghi e risorse che, come del resto ogni sano confronto, amplia le prospettive e arricchisce umanamente e professionalmente la persona.

Ho appreso a condividere la programmazione di ogni singola lezione con la classe; la lezione non deve essere un copione perfettamente redatto dall’insegnante che l’insegnante recita nelle ore in cui si trova ad essere con gli studenti.

La programmazione, quando diventa lezione concreta, deve interagire con gli apprendenti, le loro domande, le loro aspettative le loro difficoltà; del resto ogni macro o micro progettazione è fatta per gli apprendenti e l’insegnante deve essere ricettivo e capire le informazioni che, in ogni momento, vengono da loro.

Ho avuto la fortuna di poter osservare durante lo stesso corso due insegnanti diversi ciascuno per una settimana e mezza.

Ho osservato due stili di insegnamento completamente diversi all’interno del cosiddetto approccio comunicativo e questo a prova del fatto che, pur esistendo un orizzonte di riferimento comune, ogni singolo insegnate è originale con la sua attitudine personale e il suo stile d’insegnamento.

Un medesimo contenuto linguistico, programmato allo stesso modo e con il medesimo obiettivo comunicativo, può essere veicolato alla classe con stili e metodi completamente diversi e con risultati e feedback che cambiano, anche di molto, a seconda dello stile d’insegnamento.

L’aver osservato e seguito studenti bilingue, ispanofoni e catalanofoni, mi ha permesso di concentrare l’attenzione ad alcuni aspetti linguistici e culturali propri del bilinguismo; inoltre, grazie ad alcune ricerche e alla preziosa collaborazione con la professoressa Belén Garí, ho avuto modo di approfondire importanti aspetti dell’apprendimento dell’italiano da parte di apprendenti ispanofoni.

“Insegnamento e impegno sociale: con il Master è possibile”. La storia di Eliana Costa

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27 agosto 2015. Eliana Costa, 44 anni e una laurea in Lingue e Letterature straniere moderne, ha sempre desiderato di poter insegnare. Ma ha anche trascorso molto tempo impegnata in attività sociali. Conoscendo per caso l’offerta del Master di II livello in Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera ha capito che le sue due passioni potevano coniugarsi. E sa già cosa vorrà fare appena concluso il percorso formativo: coprire il ruolo di facilitatore linguistico.

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Mi chiamo Eliana Costa, ho 44 anni e vivo a Palermo. Il mio percorso di studi è iniziato con una laurea in Lingue e Letterature Straniere Moderne, indirizzo europeo. Poi, per caso, ho conosciuto il del Master e ho pensato di ricominciare a studiare. Volevo far parte di qualcosa e ho capito che questo percorso formativo era fatto per me, adatto alle mie possibilità ma soprattutto rispondeva ad una voglia che avevo sempre avuto ma che poi, per scelte di vita diverse, avevo dovuto abbandonare. Insegnare, infatti, è sempre stato il mio desiderio e il mio impegno nel sociale, coniugato a questa passione sempre custodita dentro di me, mi ha fatto fortemente credere che l’iscrizione al master era la scelta più giusta da fare.
Cosa mi aspetto da questo percorso? Che mi insegni ad insegnare e che mi dia gli strumenti e le conoscenze necessarie affinché possa operare all’interno delle classi plurilingue. E sono felice di vedere come ogni cosa – lezioni, studio individuale e di gruppo – stia pian piano configurandosi verso la sua ragion d’essere: insegnare la lingua italiana.
A conclusione del percorso di studi, il mio obiettivo è quello di continuare a lavorare come facilitatore linguistico ed adoperarmi per sostenere l’incontro ed il confronto tra le varie culture. Per questo motivo lavorare a Palermo, una realtà multiculturale, sarebbe un buon risultato ma sono disposta anche a spostarmi.

“E’ nostro dovere contribuire all’integrazione dei migranti, partendo dall’insegnamento dell’italiano”

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19 agosto 2015

Gaetano Rizzo, una laurea specialistica in Lingua Moderne e traduzione per le relazioni internazionali alle spalle, aveva voglia di scoprire come lavora un insegnante. Ma soprattutto voleva rendersi utile per i percorsi di integrazione dei migranti che raggiungono l’Italia. “È un nostro dovere contribuire alla loro integrazione, che deve partire dalla conoscenza della lingua del paese che li ospita. Il mio sogno? Lavorare all’estero e scoprire come la nostra cultura e la nostra lingua vengono recepite altrove”.

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Mi chiamo Gaetano Rizzo, ho 31 anni e vivo a Bagheria, in provincia di Palermo. Il corso di laurea triennale che ho frequentato (Lingue Moderne per il Web) mi ha consentito di coniugare conoscenze linguistiche e competenze informatiche (in seguito perfezionate tramite corsi e stage). Il corso specialistico (Lingue moderne e traduzione per le relazioni internazionali ) mi ha permesso di specializzarmi nelle lingue inglese e spagnola. Ho scelto di iscrivermi al Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera” perché mi interessava approfondire quanto di teorico avevo già affrontato nell’ambito della linguistica e, contemporaneamente, metterlo in pratica a partire dall’apprendimento dei rudimenti con i quali il docente svolge la propria professione (come la progettazione della didattica).
Ho iniziato a maturare interesse per questo ambito di studi perché penso che il percorso di integrazione di un immigrato parte dalla conoscenza della lingua. Pertanto è un dovere per ogni italiano, ma ancor per un siciliano con alle spalle studi linguistici, acquisire le competenze necessarie per insegnare la propria lingua ancora prima che una lingua straniera, e contribuire così all’integrazione degli immigrati in una fase storica come questa, caratterizzata dal forte contatto interlinguistico.

Cosa mi aspetto dal Master? Il cambiamento più radicale che spero si realizzi alla fine di questo percorso è: entrare in un’aula di italiano L2/LS e sapere inquadrare gli apprendenti dalla prospettiva del docente, analizzandone i bisogni. Ed il Master mi sta offrendo delle solide basi teoriche e, al contempo, mi consente di modellare su me stesso, giorno dopo giorno, la figura professionale cui aspiro, quella del docente appunto.

Sono consapevole che questo Master non è un traguardo ma può essere un punto di inizio per intraprendere una professione in ascesa come quella dell’insegnante di italiano sia come L2 che all’estero. È questo il mio obiettivo. Mi affascina l’idea di lavorare in un paese straniero e scoprire come la cultura e la lingua italiana vengono recepite altrove.

“Voglio imparare a insegnare italiano a chi ne ha bisogno”. La storia di Valentina Bonsangue

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13 agosto 2015. Valentina Bonsangue ha scelto di iscriversi al Master per “rendersi utile” a chi ne avrà bisogno. Dopo due lauree, un dottorato e l’abilitazione all’insegnamento, ha sentito la necessità di proseguire ancora i suoi studi per giungere ad un sapere che si legasse più efficacemente con la realtà in cui vive e dove l’immigrazione è un fenomeno all’ordine del giorno, che bisogna sapere affrontare. E lei ha scelto di mettersi in campo per accogliere, per insegnare la sua lingua materna a persone che vedono la scuola come un lusso che spesso non possono permettersi.

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Sono Valentina Bonsangue, vivo a Palermo e ho 36 anni. Mi sono laureata in Lettere classiche ormai più di dieci anni fa e ho frequentato poi il Dottorato di ricerca in Filologia e cultura greca e latina, studiando in special modo letteratura e retorica antichi. Mi sono abilitata all’insegnamento e insegno ormai da anni italiano, latino e greco. Qualche anno fa ho scelto di prendere un’altra laurea in Studi storici e geografici, e lì si è consolidato il mio interesse per il panorama multiculturale che si apre davanti ad ognuno di noi.

In particolare, ho costatato che il fenomeno dei migranti, che osserviamo quotidianamente dal nostro cantuccio, e che i giornali riportano su vasta scala, altro non è che la somma di storie individuali, di decisioni problematiche, di progetti più o meno consapevoli, di traiettorie esistenziali. Ho cominciato a pensare che i miei studi umanistici avessero bisogno di un completamento, di un sapere che mi permettesse di legarli più efficacemente all’oggi. Allora ho cercato delle possibilità per sviluppare nuove competenze: volevo imparare a insegnare l’Italiano come lingua seconda a chi ne avesse bisogno, a chi avesse scelto di stabilirsi nella mia terra, o anche solo di passarci. E ho trovato questo master, che solo pochissime università propongono. Mi sono sentita fortunata di poterlo svolgere nella città in cui vivo e sono soddisfatta della sua offerta formativa, in quanto è pensata per intrecciare aspetti teorici ed epistemologici con aspetti operativi.

Rispetto ai miei percorsi formativi precedenti ha una grandissima virtù: non ti butta nelle esperienze ma ti prepara e poi ti ci accompagna. Dal master mi aspetto di poter ristrutturare le mie competenze di insegnamento dell’Italiano, rimodulandole su destinatari diversi, non italofoni e non soltanto adolescenti, e di acquisire tecniche di insegnamento nuove, che io possa spendere trasversalmente nella mia pratica scolastica. Guardando al futuro, non solo al mio ma a quello della società in cui vivo e della scuola in cui insegno, il mio desiderio è quello di poter affrontare le prospettive multiculturali con maggiore competenza e preparazione, e sono convinta che l’integrazione ed il dialogo passino attraverso la lingua e la cultura: immagino che dopo questo master saprò insegnare in classi multietniche e potrò anche essere utile a persone per le quali persino la scuola è un lusso.

Quando lavorare accanto a neo arrivati del Bangladesh riporta in Sicilia. “Voglio lavorare in una realtà multiculturale”

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6 agosto 2015. SIMONA ANSELMO ha proseguito gli studi universitari a Bologna ma l’esperienza vissuta a Palermo durante la laurea triennale l’ha colpita a tal punto da voler far ritorno in Sicilia. Grazie al tirocinio formativo offerto dalla Scuola di Lingua italiana per Stranieri ha potuto vestire i panni di “facilitatore linguistico” affiancando due studenti appena giunti dal Bangladesh. Su questa esperienza, per lei importante e formativa, ha anche scritto la sua tesi di laurea. Da lì la voglia di insegnare la sua lingua madre, nonostante la specializzazione in lingua e letteratura inglese

Sono Simona Anselmo, ho 28 anni e sono di Partinico, un paese a 40 chilometri da Palermo. Circa un anno fa mi sono laureata in “Lingua e Cultura Italiane per Stranieri” presso l’università di Bologna, specializzandomi in lingua e letteratura inglese. Ho frequentato il corso triennale in “Traduzione, Italiano L2 e Interculturalità” presso l’Università di Palermo, completando il mio percorso con un tirocinio di facilitazione linguistica presso la Scuola di Italiano per Stranieri. È grazie al tirocinio, svolto in una scuola elementare del centro storico di Palermo, che il mio interesse per l’insegnamento è diventato una vera passione e un obiettivo da raggiungere. Sul racconto di quell’esperienza, svolta a fianco di due studenti appena arrivati dal Bangladesh, ho elaborato la mia tesi della triennale. Ulteriori esperienze positive in questo campo hanno determinato la mia scelta di continuare un percorso specifico: iscrivendomi alla Magistrale a Bologna e adesso al Master.

Nonostante i due anni trascorsi nel capoluogo dell’Emilia Romagna, ho sentito la necessità di riavvicinarmi al mio contesto di partenza e alle mie esperienze di insegnamento dell’italiano come L2 vissute a Palermo e che hanno fortemente arricchito e segnato in positivo il mio percorso. Il Master mi è sembrata l’opportunità giusta per tornare e immergermi nuovamente in quella realtà che vorrei fosse il mio futuro.

Da questo percorso formativo mi aspetto di migliorare le mie competenze. Mettermi alla prova, sperimentando nuovi metodi, strategie e strumenti e di entrare in contatto con categorie di studenti che non conosco. Sono entusiasta di fronte all’idea di un percorso di formazione in continuo divenire, da costruire con le nostre mani e da valutare continuamente attraverso la riflessione, il confronto e la pratica.

Dopo il Master? Spero che con questo titolo avrò un ulteriore e importante requisito per essere un’insegnante a tutti gli effetti. La mia ambizione è quella di insegnare l’Italiano agli stranieri in una città multiculturale come Palermo. Lavorare in un contesto scolastico sarebbe bellissimo.

Insegnare italiano a i figli dei migranti e ai minori sbarcati in Italia senza genitori: il tirocinio degli iscritti al Master (2014-2015)

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5 agosto 2015. Per tutto il mese di luglio gli iscritti al Master dell’Università di Palermo hanno insegnato lingua italiana ai bambini “nuovi arrivati”, figli di migranti che si sono stanziati in città. Fino alla fine di agosto, inoltre, potranno vivere la stessa esperienza di tirocinio con classi formate da “minori stranieri non accompagnati”, giovani sbarcati senza famiglia sulle coste italiane. Le lezioni si rivolgono ai minori della Scuola di Lingua italiana per Stranieri e ai figli delle donne che sono state inserite, durante lo scorso inverno, nei corsi gratuiti della Scuola ItaStra dell’Ateneo.

Suliemana frequenta la scuola primaria e non crede che esista l’arcobaleno. Figlio di immigrati ormai stanziati a Palermo, chiede alla sua “maestra” se quella striscia multicolore che attraversa il cielo è reale. “Si”, risponde la sua insegnante, una delle corsiste del Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”. Come lei, tutti gli iscritti al Master hanno avuto la possibilità di vivere esperienze diverse e significative di tirocinio. Per tutto il mese di luglio hanno seguito i bambini “neo arrivati” di Palermo grazie al rapporto di collaborazione che da anni lega i docenti del Master alla Scuola di Lingua italiana per Stranieri ItaStra dell’Ateno.
A Suliemana la docente mostra la foto di un arcobaleno e poi prende una scatola di pennarelli. “Questi sono tutti i colori del mondo” dice, sistemandoli sulla cattedra e invitando i piccoli ad avvicinarsi. “Scegliete quello che più vi piace e disegnate e scrivete sulle stelle di carta i vostri desideri”. La piccola Nabila, che frequenta la scuola secondaria di primo grado, scrive che le piacerebbe essere una sirena. Larish, cinque anni, crea la sagoma di un pesciolino che vorrebbe tenere in casa. Accanto a lui c’è Shira che desidera un anello pieno di diamanti. Rakesh, loro compagnetto, si accontenta di sognare un cappello nuovo da usare durante l’estate. “L’attività punta a potenziare la capacità di narrazione dei piccoli” spiega la docente.

Questo tirocinio, realizzato nell’ottica della collaborazione tra Scuola e Master, consente di continuare il percorso di integrazione linguistica che da anni ItaStra porta avanti. Gratuitamente, dopo aver accolto nelle sue aule donne, adulti e minori stranieri non accompagnati, adesso ha scelto di posare l’attenzione sui figli di migranti della città, futuri cittadini di Palermo. Così è stato creato un corso di lingua italiana per 11 bambini tra i 5 e i 10 anni, figli delle donne migranti che hanno partecipato a “I Saperi per l’Inclusione” finanziato dal Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini terzi. Il progetto ha coinvolto più di 100 mamme in corsi di italiano, di taglio e cucito, di formazione civica e sanitaria. Adesso, a corso concluso, il percorso di inclusione linguistica continua con appositi programmi pensati per i loro figli e affidati a docenti che si stanno formando per questo specifico profilo professionale.

“Durante gli incontri , bisettimanali e di due ore e mezza ciascuno, i piccoli vengono impegnati in attività ludiche che incrementeranno la loro conoscenza delle lingua e la loro capacità di comunicare” spiega la prof.ssa Adriana Arcuri, coordinatrice del Master.

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Altri studenti del Master, invece, saranno impegnati per tutta l’estate in un’altra attività simile ed indirizzata ai “minori stranieri non accompagnati”.

“Il lavoro dei docenti in formazione del Master rientra nel loro progetto di tirocinio, che punta a sviluppare diversi profili professionali: esperti nell’insegnamento della lingua di scolarizzazione per i bambini, nell’insegnamento della lingua straniera e nella lingua seconda per utenti fragili – continua la prof.ssa Arcuri – La finalità di questo particolare progetto realizzato in sinergia con la Scuola è altamente formativa e permette ai tirocinanti, sotto supervisione, di avere la responsabilità di interi percorsi che pensiamo di ripetere a settembre, accordandoci con scuole secondarie di primo grado della città”.

Altri minori non accompagnati, inoltre, sono stati inseriti nelle classi della Summer School 2015, corso intensivo di lingua e cultura italiana che richiama ogni anno in città studenti, dottorandi e professionisti provenienti da tutto il mondo. Durante la Summer, i corsisti del Master svolgono un tirocinio osservativo. Così, accanto a studenti asiatici o americani, siedono anche giovani che hanno attraversato il deserto ed il Mediterraneo senza parenti, affrontando da soli i drammi di un viaggiocosì difficile e rischioso. Ma ce l’hanno fatta. A loro, sopravvissuti alle innumerevoli stragi dei barconi, continua a rivolgersi la Scuola che ha anche pubblicato di recente un volume a loro dedicato, “Dai barconi all’università” (per informazioni www.minorinonaccompagnatialluniversita.wordpress.com).

Per continuare a seguire le azioni di integrazione linguistica della Scuola: www.itastra.unipa.it

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Roberta, una laurea in lingue straniere ma la voglia di insegnare la sua lingua madre

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30 luglio 2015. Roberta Pizzullo sa parlare inglese, francese e spagnolo. Ma ha capito che una buona padronanza di tre lingue straniere non è ancora sufficiente per inserirsi nel mondo del lavoro, a causa soprattutto di un sistema universitario che non offre tirocini e stage che possano inserire direttamente i giovani nel mondo del lavoro. Da questa constatazione, la scelta di cercare lavoro all’estero, insegnando la sua lingua madre, e l’iscrizione al Master. Il tirocinio la spaventa un po’ ma non vede l’ora di affrontare questa nuova esperienza.

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Mi chiamo Roberta Pizzullo e sono di Palermo. Nel luglio dello scorso anno mi sono laureata al corso di laurea magistrale in Lingue e letterature Moderne dell’Occidente e dell’Oriente-Curriculum occidentale. Mi sono iscritta al Master di II livello in Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua straniera e L2 perché vorrei insegnare italiano LS anche all’estero, sfruttando anche la mia laurea in lingue straniere.
Per raggiungere questo obiettivo ho ritenuto opportuno iscrivermi al Master che può darmi una formazione adeguata e specifica in italiano L2 e LS. È quanto mi aspetto dal percorso formativo.
Inoltre, gli studi universitari non mi hanno fornito l’opportunità di fare dei tirocini per inserirmi adeguatamente nel mondo del lavoro. Mi sono interessata all’insegnamento dell’italiano agli stranieri perché mi piacerebbe insegnare. Perché non insegnare la mia lingua madre agli altri, così come io ho appreso l’inglese, il francese e lo spagnolo da insegnanti di lingua straniera e da lettori madrelingua?
Trovo sia una prospettiva diversa da quella che ne sarebbe potuta derivare dai miei studi universitari (per esempio diventare un insegnante di lingua francese) e per nulla tradizionale (insegnare italiano L1), dunque nuova, alternativa e interessante.
Ho conosciuto il Master tramite internet e il sito della Scuola di italiano per Stranieri. Concluso il Master vorrei partire in cerca di lavoro e nella speranza di poter usufruire della mia formazione. Mi può andar bene anche ritornare nella mia città, se troverò una buona opportunità di lavoro. Vedremo.
Al momento quel che ho studiato e appreso con i docenti del Master l’ho trovato interessante, anche se mi terrorizza un po’ l’idea del tirocinio: per me è una cosa del tutto nuova e sono un po’ confusa. Nonostante ciò non vedo l’ora di iniziare questa nuova esperienza.

Giuseppe: dallo studio della Filosofia alla cucina. Poi il Master: Insegnare all’estero è la mia più grande aspirazione

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24 luglio 2015. Giuseppe è uno degli studenti del Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”. La sua è una storia molto particolare. Da un percorso di studi incentrato sulla filosofia, ha poi cambiato strada facendo il cuoco. Ma dentro sentiva la necessità di rimettersi ancora una volta in gioco, con i libri in mano e per seguire il suo sogno troppo spesso tenuto latente. Dopo aver insegnato lingua italiana come volontario al centro Astalli di Palermo, infatti, il desiderio di portare la lingua italiana all’estero non l’aveva più abbandonato.

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Mi chiamo Giuseppe Fazio, ho 29 anni, vengo da Palermo e sono laureato in “Filosofia e storia delle idee”. Dopo la laurea ed un’esperienza di lavoro di due anni come cuoco presso un agriturismo avevo seriamente preso in considerazione l’idea di andare all’estero. Sentivo, tuttavia, sempre di più la necessità di riprendere i miei studi o fare qualcosa che potesse dargli un senso anche nella prospettiva di andare a vivere e lavorare per un periodo fuori dall’Italia.

Cominciai a cercare, quindi, fra alcune università spagnole e italiane, master che potessero meglio inserirmi nel mondo del lavoro. Non trovai nulla che mi interessasse realmente o si conciliasse con le mie aspirazioni.

Poi, per caso, vidi su facebook un link che pubblicizzava il Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”, di cui oggi sono studente.
Mi interessò molto fin da subito. Ebbi l’impressione che potesse mettere in armonia fra di loro alcune delle più importanti esperienze della mia vita e dargli una solida e meglio organizzata prospettiva futura. Mi riferisco nello specifico agli studi umanistici, all’Erasmus svolto in Spagna durante la laurea specialistica, al mio volontariato come insegnante di italiano per stranieri al centro Astalli e al desiderio di insegnare. Decisi, così, di iscrivermi e posticipare di qualche mese il progetto di partire.
Spero infatti che questo master mi dia la possibilità di trovare un lavoro che mi consenta allo stesso tempo di viaggiare, conoscere il mondo ed avere un minimo di stabilità economica.

Il Master, fin dall’inizio, mi è sembrato molto interessante e ben organizzato; i percorsi, le attività, i contenuti e gli obiettivi ben definiti e connessi fra di loro; i docenti tutti molto disponibili ed attenti alle nostre esigenze. Una delle cose che più ha motivato e mi motiva è il fatto che il Master mi forma e mi avvia ad una possibile professione, quella dell’insegnante di lingua. E questo fa sì che da un lato si attiva una riflessione su me stesso, sulle mie competenze e potenzialità, dall’altro mi proietta in una dimensione plurale e interculturale che risponde pienamente alle mie esigenze.

Insegnare l’italiano come lingua straniera all’estero è ad oggi la mia più grande aspirazione. Penso, tuttavia, che insegnare in una realtà veramente plurale e multiculturale come Palermo sia una esperienza molto importane e formativa alla quale spero di approdare magari fra qualche anno.

Volumi della collana "Strumenti e ricerche": schede libro su "Italiano LinguaDue"

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rivista


VERSO UNA DIDATTICA LINGUISTICA RIFLESSIVA. PERCORSI DI FORMAZIONE INIZIALE PER INSEGNANTI DI ITALIANO COME LINGUA NON MATERNA

Adriana Arcuri, Egle Mocciaro, (a cura di)

329-332

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DAI BARCONI ALL’UNIVERSITÀ. PERCORSI DI INCLUSIONE LINGUISTICA PER MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
Marcello Amoruso, Mari D’Agostino, Yousif Latif Jaralla, (a cura di)

333-338

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INSEGNARE ITALIANO NELLA CLASSE PLURILINGUE. UN’ESPERIENZA DI FORMAZIONE IN SERVIZIO
Maria Rosa Turrisi

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Italiano d’Estate: al via un corso per bambini stranieri

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27 giugno 2015. Inizia il prossimo 9 luglio un corso di supporto linguistico per bambini stranieri, a cura di un gruppo di tirocinanti del Master.

Si tratta di un altro esempio della collaborazione fra il Master e la scuola di Italiano per Stranieri. I bambini che parteciperanno al corso, tutti fra i cinque e i dieci anni, sono infatti figli delle donne che hanno partecipato al Progetto Fei gestito dalla Scuola di Italiano in collaborazione con altri soggetti del territorio.

Il corso prevede 9 incontri di due ore e mezza ciascuno, durante i quali ai bambini saranno proposte attività ludiche che incrementeranno la loro lingua per comunicare.

Tirocinio Estivo del Master

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23 giugno 2015. Con l’inizio dell’estate si intensificano per gli studenti del Master le attività di tirocinio, che hanno già avuto inizio a primavera.

Il tirocinio prevede esperienze di osservazione linguistica e didattica e interventi con vari gradi di autonomia. Tutte le esperienze sono costantemente oggetto di riflessione e confronto con i docenti supervisori del Master.

Ogni corsista partecipa in misura maggiore alle esperienze legate al suo profilo professionale di elezione (Lingua straniera; Alfabetizzazione – Apprendenti “fragili”; Lingua di scolarizzazione) e ad alcune esperienze uguali per tutti.

Ecco come si articola il tirocinio estivo:

Profilo Ls --> Summer School della Scuola di Italiano per Stranieri / Project work / Esperienze all’estero / Corsi ordinari della Scuola di Italiano per Stranieri

Profilo alfabetizzazione --> apprendenti fragili Summer School della Scuola di Italiano per Stranieri / Project work / Corsi di alfabetizzazione

Profilo lingua di scolarizzazione --> Summer School della Scuola di Italiano per Stranieri / Project Work / Corsi di sostegno linguistico per bambini delle scuole elementari / Corsi di sostegno alla lingua per lo studio per ragazzi delle medie

“Quale curricolo di scrittura nella scuola delle Indicazioni?” Seminario interregionale di studio sulla didattica della scrittura in ricordo di Daniela Bertocchi (25 maggio 2015)

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25 maggio 2015. Doppio appuntamento il 28 maggio quando, a partire dalle ore 15, si terrà il seminario interregionale di studio sulla didattica della scrittura in ricordo di Daniela Bertocchi. L’incontro organizzato da Giscel Sicilia e ItaStra, si terrà nell’aula 101 nell’ex convento di Sant’Antonino. Seguirà, alle 18.30, la presentazione del volume “Verso una didattica linguistica riflessiva” edito dalla Scuola di Lingua italiana per Stranieri a pubblicato all’interno della collana “Strumenti e Ricerche”. Il volume ( a cura di Egle Mocciaro ed Adriana Arcuri) raccoglie le testimonianza e le esperienze maturate all’interno del Master sia dai docenti che dagli studenti che, tra le pagine della pubblicazione, raccontano cosa significa insegnare la nostra lingua sia a studenti stranieri provenienti da tutto il mondo sia ad altre tipologie di giovani, come i minori stranieri non accompagnati.

Presentazione del volume “Verso una didattica linguistica riflessiva” - 19 maggio 2015

Nuovo appuntamento con Giscel Sicilia. Alunni stranieri nelle scuole: bisogni e prospettive di formazione.

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26 febbraio 2015. L'8 aprile un nuovo appuntamento con Giscel-Sicilia* sul tema “Alunni stranieri nelle scuole: bisogni e prospettive di formazione.”

L’evento è organizzato in vista del XIX Convegno nazionale Giscel “L’italiano dei nuovi italiani” (Siena 2016). Maria Rosa Turrisi parlerà dell’apprendimento dell’italiano come seconda lingua e dell’insegnamento nelle classi plurilingui.

*Il Giscel è associazione qualificata per l’aggiornamento e la formazione docente (D.M.18/7/2005).

Scarica qui la locandina: locandina-8-aprile

“La didattica dell’italiano L2 nelle classi. Formazione, pratiche e percorsi” – 26 febbraio 2015, ore 16.00

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12 febbraio 2015. In vista del XIX Convegno nazionale GISCEL “ L’italiano dei nuovi italiani” (Siena 2016), discutiamo con Adriana Arcuri ed Egle Mocciaro sul tema dell’apprendimento dell’italiano come seconda lingua e dell’insegnamento nelle classi plurilingui: quali bisogni di vecchi e nuovi apprendenti? Quale formazione per i docenti che si trovano a gestire una realtà multiculturale e multilingue?

L’appuntamento è per giorno 26 febbraio, alle ore 16, nell’aula Lia Marchese – D.D. “De Gasperi” – in Piazza Papa Giovanni Paolo II, 24 Palermo.

L’incontro è rivolto agli iscritti e simpatizzanti del Giscel Sicilia, agli insegnanti di discipline linguistiche e di discipline matematico – scientifiche di ogni ordine di scuola. La partecipazione all’incontro è libera. Agli intervenuti verrà rilasciato attestato di partecipazione.

Scarica qui la locandina: locandina-26-febb

 

 

 

 

 

 

Dal Master UniPa in Grecia, sulla rivista di didattica dell’italiano

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26 gennaio 2015. Tra le pagine del nuovo numero della rivista greca dedicata alla didattica dell’italiano si parla anche della nostra ultima e importate pubblicazione, “Verso una didattica linguistica riflessiva”. Il volume (a cura di Adriana Arcuri ed Egle Mocciaro) è stato presentato lo scorso ottobre e raccoglie interventi sia di docenti che di studenti del Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera.”

Per leggere l’articolo clicca Enimerosi32_January32_2015_for32_site

Assegnato il “Label europeo delle lingue” al profilo professionale del nostro Master”

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Il Profilo professionale “Docente di italiano come lingua seconda a minori stranieri non accompagnati: una competenza didattica finalizzata all’inclusione sociale” (programma interno al Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera, a.a. 2012-2013) è risultato vincitore del “Label europeo per le lingue”.

Il Profilo professionale del Master per diventare insegnanti di italiano

Per il 2014, su 24 candidature pervenute, solo 6 sono i progetti selezionati e premiati da una commissione composta da membri delle autorità nazionali e delle agenzie italiane con la collaborazione di due esperti provenienti rispettivamente dall’Agenzia spagnola e Francese.

Il Profilo professionale del Master per diventare insegnanti di italiano dell’Università di Palermo rappresenta l’unica candidatura premiata del sud Italia e legata al mondo accademico ed è stata scelta per l’eccellenza della proposta didattica e per le finalità inclusive nei riguardi di una utenza particolarmente fragile quali sono i minori non accompagnati.

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La prof.ssa Adriana Arcuri ritira il premio durante la manifestazione a Roma

 

La cerimonia di premiazione si è svolta a Roma il 9 dicembre nello Spazio Europa, centro polifunzionale gestito dall’Ufficio d’informazione per l’Italia del Parlamento europeo e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Ha ritirato il premio la prof. Adriana Arcuri, supervisore del Master

Cos’è il Label europeo per le lingue?

Il Label viene assegnato nell’ambito del Progetto Erasmus +, gestito dalla Commissione europea, DG Istruzione e Cultura, in cooperazione con gli Stati Membri, con l’assistenza dell’Agenzia esecutiva per l’istruzione, gli audiovisivi e la cultura e delle Agenzie nazionali dei diversi paesi partecipanti. Ogni anno vengono selezionati i progetti più innovativi realizzati per l’apprendimento e l’insegnamento delle lingue nell’ambito dell’istruzione e della formazione professionale. E’ un “etichetta di qualità” finalizzata a promuovere le competenze linguistiche dei cittadini europei. Per saperne di più e per iscriversi al Master per diventare insegnanti di italiano(candidature aperte fino al 22 dicembre) bastaconsultare il bando o scrivere a masteritastra@unipa.it

 

 

 

Presentazione del Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”

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Locandina

 

8 ottobre 2014. Un alto numero di presenze, venerdì pomeriggio, per l’incontro dedicato alle attività, alle metodologie didattiche e agli obiettivi del Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”dell’Università di Palermo (e realizzato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Umanistiche e la Scuola di Lingua italiana per Stranieri).

L’evento dal titolo “Rilassati, canta, mettiti a testa in giù: stai imparando una lingua” si è svolto nella suggestiva Real Fonderia della Cala a partire dalle ore 18 quando Egle Mocciaro e Adriana Arcuri, supervisori del Master, hanno mostrato in anteprima la nuova pubblicazione da loro curata e stampata all’interno della collana “Strumenti e Ricerche” della Scuola, “Verso una didattica linguistica riflessiva.”
“Il volume – ha spiegato Mocciaro – parla della storia e del progetto formativo del Master su cui oggi poseremo l’attenzione. È una storia che si intreccia con tante altre realtà e tante altre persone che insegnano e che imparano la lingua italiana all’interno della Scuola, diretta dalla prof.ssa Mari D’Agostino che è anche coordinatrice del Master. Dentro le aule di ItaStra, per esempio, si offrono ai nostri studenti numerosi tirocini con la guida di docenti altamente qualificati. Altri tirocini, invece, vengono svolti in case famiglie dove sono accolti minori stranieri immigrati , in università e istituzioni straniere all’estero.”
In questo modo, continua Mocciaro, l’utenza degli studenti di italiano con cui si approcciano gli iscritti al Master è molto diversificata: dagli studenti del progetto di mobilità Erasmus agli studenti cinesi (del progetto Marco Polo e dell’università Sisu), dai giovani migranti agli adulti analfabeti.
“Per chi si ritrova a dover insegnare lingua italiana, questa diversità implica la necessità di dover affinare continuamente gli strumenti di lavoro. Così nasce il bisogno di fermarci, di fare il punto su quello che ancora dobbiamo fare.”
E per fare un resoconto su cosa manca e su cosa, invece, è stato già fatto, il Master ha voluto dare voce agli stessi studenti iscritti al suo percorso formativo. “Tramite le autobiografie, che gli iscritti devono elaborare alla fine del percorso di studi, diventano loro stessi autori e protagonisti della propria formazione.”
Per questo motivo il volume non raccoglie solo interventi dei docenti di italiano che collaborano con il Master, ma anche degli stessi studenti. In più, alcuni saggi del libro sono stati firmati da docenti stranieri o che lavorano all’estero e che, come spiega Mocciaro, hanno contribuito in qualche modo all’offerta formativa.

Adriana Arcuri, invece, ha spiegato il motivo per cui, a presentare il Master, ci fossero venerdì sera anche due studentesse che hanno appena completato il loro percorso formativo. “Sono gli studenti i responsabili del loro stesso successo. Così abbiamo pensato di intrecciare i nostri interventi con quelli di Raffaella Cardinale e Chiara Tiranno, che ci parleranno della loro esperienza, del nostro modello di lingua e del nostro metodo, ossia la didattica comunicativa che crea una figura del tutto nuova dell’insegnante. Il docente non è più una persona che dispensa sapere da dietro una cattedra, ma è uno strumento per far scaturire il sapere nei propri studenti. Non è più solo un coordinatore, ma parte attiva nel processo di formazione della persona.”
Una riflessione, infine, sul costante utilizzo della scrittura all’interno del Master. “È usata per tanti motivi – dice Arcuri. – Innanzi tutto perché è uno strumento di memoria e perché un docente di italiano deve anche saper insegnare a scrivere. Ma, soprattutto, perché è una valida documentazione dell’esperienza, come l’autobiografia che facciamo elaborare alla fine del Master ad ogni studente.”
Il discorso della prof.ssa Arcuri si è quindi intrecciato con quello delle studentesse Cardinale e Tiranno. Le due masterine hanno preso i microfoni per parlare dei dubbi e del senso di incompletezza che sentivano prima di iniziare questo percorso di studi. “Quando insegnavo lingua italiana, prima di seguire le lezioni del Master, avevo come la sensazione che mancassero alcuni pezzi di un puzzle che non riuscivo mai a completare” ha detto Cardinale. “Grazie al Master, ho sviluppato una visione globale dell’insegnamento che non è solo fare lingua italiana, ma anche e soprattutto comunicare” ha concluso Tiranno.
Dopo gli interventi delle due professoresse e delle due studentesse, si è dato avvio ai laboratori dedicati al suono e alla voce, al “Dettato di corsa” e al “Tpr” (curati da Chiara Amoruso, Fabrizio Leto, Eleonora Palmisano, Laura Di Benedetto e Chiara Tiranno) con i quali docenti e alunni del Master hanno mostrato al pubblico in sala alcuni dei metodi per insegnare una nuova lingua.
Per far da cornice ai vari momenti, inoltre, sono state esposte diverse illustrazioni realizzate all’interno di un esame del Master con la docente Tindara Ignazzitto, “Analisi e progettazione di materiali didattici” con cui gli 11 studenti del Master hanno realizzato altrettante unità per l’apprendimento della lingua italiana da parte di donne immigrate.
La manifestazione si è svolta all’interno del Festival “Le vie dei tesori” che è stato presentato da una delle sue organizzatrici, Alessandra Turrisi. “Scopo della nostra manifestazione, giunta alla sua ottava edizione, è quello di mettere insieme diverse realtà e creare sinergie. Per questo abbiamo voluto inserire anche quattro attività della Scuola di Lingua italiana per Stranieri.”

 

Lezioni di italiano a minori emigranti: “Emozionano quando imparano a leggere e scrivere”

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Iscriversi ad un master per colmare alcuni vuoti della propria formazione, per acquisire maggiore consapevolezza di quanto appreso dopo anni di esperienza diretta e, soprattutto, per un impegno verso gli studenti “che investono tanto delle loro risorse nei corsi di italiano.” Sono queste le motivazioni che hanno spinto Fabrizio Leto a frequentare il Master di II livello in “”Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera” promosso dal Dipartimento di Scienze Umanistiche in collaborazione con la Scuola ItaStra.

Tra le molte attività seguite all’interno del percorso di formazione offerto dal Master, Leto si è trovato principalmente impegnato in lezioni di lingua e cultura italiana per ragazzi con lo status giuridico di “minori stranieri non accompagnati.”Si tratta di giovani che hanno lasciato il proprio paese e, salendo su un barcone, hanno rischiato la vita per cercare di avere un futuro diverso. Adesso, grazie ad un’iniziativa completamente gratuita offerta dai docenti ItaStra ,seguono corsi di alfabetizzazione (poiché molti di loro non sanno né leggere né scrivere) e di lingua italiana.
In queste lezioni speciali sono stati coinvolti anche studenti del Master, così da poter subito mettere in atto le teorie didattiche apprese in aula.
“Le attività con minori stranieri non accompagnati in cui sono stato coinvolto sono raggruppabili in 5 blocchi – spiega Leto. – Il primo blocco è stato un breve modulo di 20 ore. Le lezioni erano videoriprese e la loro progettazione e il loro svolgimento in classe sono stati supervisionati dai docenti formatori Marcello Amoruso e Adele Pellitteri. In questo primo blocco ho inoltre cominciato ad utilizzare nuove tecniche didattiche e creato materiali appositi per questa tipologia di studenti. Il secondo e il terzo blocco erano invece due moduli più lunghi, di 40 ore, dove ho avuto la possibilità di riproporre con studenti nuovi quanto sperimentato in precedenza. In questa fase i formatori non erano più in aula ma ci incontravano periodicamente per avere contezza del corso.
Durante il quarto blocco, invece, ho realizzato un project work svolto in una delle comunità che accolgono i minori. In questo caso l’intervento didattico ha seguito modalità diverse ed ha visto la realizzazione finale di un prontuario di prima necessità, che è stato realizzato con il lavoro coordinato degli studenti e assemblato in un formato digitale.
Il quinto blocco, appena cominciato, è un nuovo corso in aula durante la Summer School 2014. Questa volta il corso sarà più lungo (tutta l’estate) e lo gestirò in codocenza con la mia collega Eleonora Palmisano. Durante le lezioni sperimenteremo nuove tecniche e attività finalizzate all’acquisizione della competenza di letto-scrittura da parte di studenti minori non accompagnati analfabeti in L1. Le attività sono coordinate dalla docente formatrice Pellitteri e costituiranno il materiale per la tesi finale del Master”.

Ogni classe seguita da Leto è composta da circa sette ragazzi di età compresa tra i 14 e i 17 anni provenienti da paesi molto lontani e diversi come il Mali, la Nigeria, il Bangladesh, il Gambia, il Senegal, l’Etiopia, l’Egitto e l’Eritrea.
“Sono persone splendide – commenta – e che insegnano molto. Per questo motivo l’esperienza in aula mi ha lasciato molto dal punto di vista umano. Questi ragazzi riescono ad emozionare con la loro semplicità, con i sorrisi e con le storie che raccontano. Emozionano quando imparano a leggere e scrivere e questa è una gratificazione che non avevo mai provato prima.”

E anche dal punto di vista didattico le lezioni con gli studenti stranieri hanno lasciato e continuano a lasciare nuove nozioni e saperi. “Ho incontrato una difficoltà iniziale nel riuscire a gestire un nuovo tipo di attività e nella necessità di costruire nuovi materiali giorno per giorno, secondo modalità fino a quel momento sconosciute. Grazie a questa esperienza, però, ho imparato a realizzare interventi didattici efficaci per studenti analfabeti in L1. Ma soprattutto mi sono nate la voglia e il piacere della ricerca. Vedo ancora tanti margini di miglioramento e tanti aspetti da esplorare e questo mi spinge a proseguire i miei studi, spero anche in futuro.”
In vista della conclusione del Master, Leto pensa già al suo futuro lavorativo. “Vorrei continuare a insegnare italiano e contemporaneamente approfondire gli studi cominciati con il Master. Ho ancora molta voglia di investire in questa professione che non vedo più solo come insegnamento in classe ma anche come ricerca e formazione continua.”

 

 

Formazione – Project work con minori stranieri: il prontuario

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Fabrizio Leto, Barbara Pipitone e Eleonora Palmisano, studenti del Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”, hanno realizzato insieme agli studenti con lo status giuridico di “minori non accompagnati” un project work molto particolare. Si tratta di un “prontuario,” utile per apprendere in maniera veloce ed efficace i termini indispensabili per affrontare diverse situazioni di vita quotidiana.

“Il saper usare la lingua per la comunicazione è uno degli elementi fondanti del prontuario. – spiega Leto. – Il primo passo è stato chiedere direttamente agli studenti quali funzioni comunicative di base avessero il bisogno di soddisfare. Nell’ambito della realizzazione del prodotto, il risultato più evidente è stata la realizzazione del curriculum.”

Vi proponiamo, in anteprima, un’immagine tratta dal prontuario e vi ricordiamo che a settembre sarà pubblicato il nuovo bando per partecipare al Master di II livello.
Seguiteci per restare informati.

A Palermo un mese per la lingua italiana programma completo

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22 – 24 settembre: XIII Congresso della Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana – SILFI
Congresso SILFI 2014: “La lingua variabile nei testi letterari, artistici e funzionali contemporanei. Analisi, interpretazione, traduzione”.
Palazzo Chiaramonte-Steri / Orto Botanico

22 settembre – 22 ottobre: Impariamo l’italiano
Corsi intensivi e semi – intensivi di lingua italiana per migranti, studenti Erasmus, studenti stranieri UNIPA e studenti da tutto il mondo. Avvio del corso avanzato per studenti della Università SISU (Cina) con laboratori di scrittura e di produzione orale, seminari con scrittori, giornalisti e attori.
Ore 9.00 – 22.00, tutti i giorni. Complesso di Sant’Antonino

10 ottobre: Rilassati, canta, salta, mettiti a testa in giù…Stai imparando una lingua
Laboratori di didattica dell’italiano L2 e presentazione del libro “Verso una didattica linguistica riflessiva. Percorsi di formazione iniziale per insegnanti di italiano lingua non materna” a cura di Adriana Arcuri e Egle Mocciaro.
Ore 18.00 – Real Fonderia della Cala [all’interno del Festival Le Vie dei Tesori]

19 ottobre: L’isola che (non) c’è
Due anni di percorsi di inclusione linguistica per minori stranieri non accompagnati presso la Scuola di Lingua italiana per Stranieri. Performance multimediale coordinata da Yousif Latif Jaralla.
Ore 17.00 – Real Fonderia della Cala [all’interno del Festival Le Vie dei Tesori]

21 ottobre: L’italiano in movimento…destinazione Cina!
Giornata di studi in occasione della Settimana della lingua italiana nel mondo con gli scrittori Viola Di Grado, Francesco Maino e Evelina Santangelo. E con le traduzioni degli studenti cinesi in soggiorno di studio a Palermo, coordinati da Vincenzo Pinello dell’Ateneo di Palermo e da Chen Ying e Yan Lin, docenti dell’Università SISU.
Ore 9.00-13.00 – Aula Magna – Complesso di Sant’Antonino

24 ottobre: Latte, libri, lingue, legalità e lavoro. Le 5 elle del progetto “I saperi per l’inclusione”
Presentazione del progetto per donne migranti finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione. Laboratori, video, ninne nanne e tanto altro ancora per donne e bambini.
Ore 17.00 – Complesso di Sant’Antonino [all’interno del Festival Le Vie dei Tesori]

Eventi organizzati da:
Centro di studi filologici e linguistici siciliani, Dipartimento di Scienze Umanistiche, Dottorato di Ricerca in “Studi letterari, filologici e linguistici”, Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”, Scuola di Lingua italiana per Stranieri, Corsi di Lingua e Letteratura italiana della Sichuan International Studies University (SISU), Società internazionale di linguistica e filologia italiana, Festival Le Vie dei Tesori dell’Università di Palermo

Per maggiori informazioni:
Società Internazionale di Linguistica e Filologia Italiana www.csfls.it/silfi2014/
Scuola di Lingua Italiana per Stranieri www.itastra.unipa.it
Festival Le Vie dei Tesori www.leviedeitesori.it

 

 

 

 

 

 

Imparare una lingua da adulti – Studenti del Master all’incontro con Fernanda Minuz

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Minuz

“Affrontare il problema dell’alfabetizzazione degli stranieri che giungono in Italia è qualcosa di civilmente molto importante. Abbiamo la necessità di creare momenti di confronto tra studenti, insegnanti e dottorandi al fine di costruire una rete. Solo in questo modo

possiamo fornire una preparazione adeguata agli operatori che si ritroveranno a dover insegnare l’italiano ad immigrati che non sanno leggere e scrivere neanche nella propria lingua.”

Così la prof.ssa Mari D’Agostino ha aperto la giornata di studi “Imparare una lingua da adulti – problemi, proposte e programmi” organizzata nell’ambito delle attività promosse dal Dottorato in “Studi letterari,filologici e linguistici” . Il convegno si è svolto giovedì 12 giugno e ha visto l’intervento della prof.ssa Fernanda Minuz, della Johns Hopkins University di Bologna, da anni impegnata nella ricerca sull’alfabetizzazione degli adulti.

L’intervento della prof.ssa Minuz è stato preceduto da una breve presentazione curata da Adele Pellitteri, docente della Scuola di Lingua italiana per Stranieri che si occupa dell’insegnamento della letto scrittura a persone a bassa scolarità. Pellitteri ha spiegato che la giornata di studi ha preso spunto da una pubblicazione del 2005 della prof.ssa Minuz, “Italiano L2 e alfabetizzazione in età adulta”, con la quale è stata avviata un’ampia discussione tra esperti del settore. E adesso si attende l’arrivo nelle librerie del suo nuovo lavoro,“L’italiano L2 in contesti migratori”, su cui si è basato l’intervento dell’autrice nell’aula magna del complesso Sant’Antonino. Davanti ad una sala con un pubblico molto variegato (studenti del Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera”, dottorandi, studenti, docenti della Scuola di Italiano per Stranieri,operatori dei Ctp, docenti delle scuole della regione, dirigenti scolastici e operatori di case famiglie che accolgono minori stranieri non accompagnati) Minuz ha spiegato come sia necessario,oggi più che mai, concentrare gli studi sugli adulti che si approcciano, in tarda età, ai processi di alfabetizzazione. “Questo è un campo dove didattica, ricerca e formazione devono lavorare insieme – ha spiegato. – Sappiamo ancora poco circa i processi cognitivi di una persona adulta analfabeta, che non conosce il concetto di parola. Si tratta di un pubblico che non viene descritto nella letteratura per l’insegnamento.” Dopo il suo intervento, in cui ha illustrato i capisaldi del Sillabo per l’alfabetizzazione in una L2, un ampio spazio è stato dedicato alle domande del pubblico. Numerosi, infatti, i dubbi e i quesiti a cui i docenti presenti hanno chiesto risposte, avvalendosi così della sua esperienza e della sua ricerca.

Nel pomeriggio la giornata di studi è proseguita con la presentazione del libro “Detto e scritto”, a cura di Fernanda Minuz e Alessandro Borri.L’iniziativa si è svolta nell’ambito del ciclo di seminari “Un libro in biblioteca” promosso dal Dottorato.Nella nuova biblioteca del Dipartimento di Scienze Umanistiche, il libro è stato presentato dai dottorandi Jaana H. Simpanen, Abujila Emhemed e Sana El Mohamed Imbaya. I loro interventi si sono concentrati su diversi aspetti del libro – manuale per docenti, dove vengono proposti esercizi pratici rivolti ad adulti non alfabetizzati.

L’incontro si è concluso con l’augurio di incontrare nuovamente la prof.ssa Fernanda Minuz non appena il suo prossimo volume giungerà in tutte le librerie. La nuova pubblicazione conterrà un Sillabo per adulti non alfabetizzati che individua i descrittori fondamentali per gestire il passaggio dello studente dal livello di pre alfabetizzazione a quello A1. “Considerata la sua importanza – ha annunciato Minuz – sarà anche inserito sul sito del Consiglio d’Europa.”

 

Filo diretto tra Master e mondo del lavoro. Marzia Bagnasco racconta della sua esperienza in Sicilia e in Olanda

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 Bagnasco

 “Mi sono iscritta al Master perché mi è sempre piaciuta l’idea di poter insegnare la mia lingua e la mia cultura sia nel mio paese che all’estero. E ho scelto di frequentare il Master dell’Università di Palermo non solo perché si tratta della città dove sono cresciuta ma anche perché, senza essere troppo retorici, il capoluogo della nostra regione è un crocevia di culture e di popoli. Il luogo ideale, insomma, in cui mettere in pratica questo ambizioso progetto personale.”

Un crocevia di popoli e culture che ha fatto da contesto culturale imprescindibile in cui Marzia Bagnasco, ex studentessa del Master di I livello in Didattica dell’italiano come Lingua non Materna, ha concluso il suo percorso di studio. E adesso ha avuto la possibilità di mettere in pratica tutto ciò che ha appreso in aula. Infatti per lei il Master è stato un filo diretto con il mondo del lavoro: dopo una prima esperienza di insegnamento presso la Scuola di Lingua italiana per Stranieri, ente partner nell’erogazione del Master, si è spostata in Olanda, dove attualmente lavora presso una scuola di lingua e cultura italiana.È questa, infatti, la strada che Marzia si augura di poter continuare a percorrere per una crescita della sua carriera professionale. “Mi piacerebbe insegnare all’estero – spiega, – confrontarmi con altri docenti, fare nuove esperienze formative e professionali, magari lavorare in Italia in contesti di L2, nella mia terra o altrove.”

E il Master del Dipartimento di Scienze Umanistiche di Palermo, di certo, le ha dato tutti gli strumenti necessari per potersi subito mettere in gioco. “Durante il mio percorso di studi mi è stata data la possibilità di pianificare un tirocinio coerente e completo rispetto ai contenuti teorici del Master. Sono stata seguita in maniera professionale dai docenti che, con costante attenzione alla mia crescita, mi hanno dato gli strumenti per poter raggiungere gli obiettivi che mi ero prefissata. L’attenzione alla preparazione teorica degli studenti e le numerose occasioni di crescita formativa offerte dalla Scuola di italiano sono, secondo me, i punti di forza di questo Master.”

Come già detto, gli studenti del Master hanno avuto la possibilità di mettere in pratica quanto appreso in aula, e ciò grazie a molteplici esperienze di tirocinio, sia in contesti di italiano come lingua seconda che di italiano come lingua straniera.“Innanzi tutto – racconta Marzia – ho svolto un tirocinio osservativo presso la Scuola, all’interno di un corso di italiano per studenti Erasmus, e presso due scuole pubbliche della città. Successivamente sono stata impegnata nel seguire un tirocinio monitorato all’interno della Summer School della Scuola, in cui ho svolto una lezione in coppia con una collega del Master. Infine ho svolto delle lezioni in piena autonomia, supervisionata sempre da un tutor, all’interno di un corso di italiano standard a studenti Erasmus. Non è mancata anche un’esperienza di tirocinio all’estero, presso un liceo italo-bulgaro di Sofia, in Bulgaria.”

Preparazione su molteplici campi, esperienze dirette, redini delle lezioni e dei corsi in mano e piena autonomia ai docenti di domani. “Considerando tutto questo – conclude Bagnasco – consiglierei caldamente l’iscrizione al Master a tutti coloro i quali vorrebbero intraprendere il mestiere dell’insegnamento, ma anche a tutti i laureati in studi umanistici, perché possano trovare nuovi stimoli e nuove prospettive per il proprio futuro lavorativo.”

Dalla Serbia a Palermo per studiare didattica dell’italiano come L2/LS

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Bozica Dimitrijevic viene dalla Serbia e quest’anno ha deciso di iscriversi al Master di II livello in “Teoria, progettazione e didattica dell’italiano come lingua seconda e straniera” dell’Università degli Studi di Palermo. Già insegnante di italiano in una scuola media e in un liceo musicale del suo paese, è giunta a Palermo con l’obiettivo di migliorare le proprie capacità, scoprire nuovi metodi e nuovi approcci della didattica.

Perché hai deciso di iscriverti ad un Master in Italia e, soprattutto, perché hai scelto quello dell’Università di Palermo?
Ho sempre avuto l’idea di venire in Italia e completare i miei studi e un giorno ho trovato per caso, tramite un cartellone pubblicato sulla pagina di Facebook di un’associazione culturale italiana del mio Paese, il bado per partecipare al Master. Non nascondo la mia soddisfazione di averlo trovato proprio a Palermo, perché ci sono voluta sempre tornare. Fare un master qui significa, per me, migliorare il mio italiano, approfondire le conoscenze delle discipline proposte dall’università, essere esposta anche a una lingua diversa, conoscere le persone che condividono i miei interessi professionali e vivere full immersion la vita italiana.

Quali sono i tuoi obiettivi a conclusione del Master? Dove sogni di lavorare e di cosa speri di poterti occupare?
Fino ad oggi ho fatto l’insegante d’italiano in una scuola media e in un liceo musicale nel mio Paese. Mi è sempre piaciuto questo lavoro e voglio farlo anche nel futuro. Il mio obiettivo principale è essere più competente di prima in questo campo. Spero di avere la possibilità di insegnare l’italiano anche fuori del mio Paese. Vorrei anche lavorare in Italia. Inoltre, durante il Master, ho scoperto con i minori non accompagnati un nuovo e diverso aspetto dell’insegnamento che mi è particolarmente piaciuto e mi ha stimolato a pensare magari ad un perfezionamento in questa direzione. Mi piacerebbe, infine, essere in grado di creare i piccoli manuali e i materiali per l’utenza con i bisogni specifici (per esempio lingue settoriali).

Qual è, secondo te, il punto di forza del Master?
Il punto di forza sono sicuramente i professori, che vedo molto preparati, esperti e sempre disponibili. A ciò si accosta la scelta delle discipline e i contenuti trattati nelle lezioni. Inoltre l’accento sulla riflessione del docente è, secondo me, uno dei punti più forti. Ritengo utilissima anche la possibilità di mettere in pratica quello che abbiamo appreso durante le lezioni e le occasioni di tirocinio attivo con utenze diverse.

Quali attività hai svolto all’interno del Master?
Ho tenuto lezioni con i minori non accompagnati e con i bambini della seconda elementare, ho realizzato un project work con i minori non accompagnati in comunità Aggiungi un posto a tavola. La parte osservativa del tirocinio è stata dedicata alla Winter School e ai corsi con i minori non accompagnati. Questa estate, infine, seguirò un tirocinio durante la Summer School 2014.

È stato difficile, per te, seguire un Master tenuto in una lingua diversa dalla tua? Ciò rappresenta un punto di forza o un valore aggiunto?
A volte è stato difficile, soprattutto quando si trattava di argomenti a me poco conosciuti o chiari. Però, il fatto di essere alla pari con i miei colleghi italiani, di essere trattata come loro e di riuscire a svolgere i lavori affidatimi, mi dà una profonda soddisfazione e mi convince di aver preso la decisione giusta nell’iscrivermi a questo Master. Da questo punto di vista credo di essere abbastanza vantaggiata rispetto ai miei colleghi italiani perché, acquisendo le conoscenze delle varie discipline ed essendo esposta a un italiano più scientifico, sto lavorando parallelamente anche sulla mia conoscenza dell’italiano.

Cosa ti piace di Palermo?
Palermo mi ha lasciato un’impressione molto forte già dalla mia prima visita, che è durata nemmeno un giorno intero. Quello che mi piace di più è un’atmosfera particolare che sento, la presenza di tantissime culture, l’architettura e i contrasti incredibili.

Consiglieresti il master a studenti del tuo paese?
Sì, lo consiglierei. Per me è stata l’esperienza più importante che abbia mai avuto. Spero di rimanere in contatto con i colleghi e con i professori per poter scambiare le idee con loro anche nel futuro.

Formazione Master/ItaStra – Due studenti del Master in Polonia. Un tirocinio all’estero per insegnare italiano a universitari e Rom

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VillaGiulia

 

Chiara Tiranno e Laura Di Benedetto concluderanno il Master di II livello in “Teoria, Progettazione e Didattica dell’ Italiano come Lingua Seconda e Straniera” a settembre. E prima che il percorso formativo si concluda, rientreranno dal loro tirocinio all’estero che le impegnerà per tre mesi con la sperimentazione sul campo di tutto ciò che hanno appreso in aula.

Infatti l’obiettivo del Master (organizzato dal Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Palermo in collaborazione con la Scuola di Lingua italiana per Stranieri) è quello di formare docenti altamente specializzati nell’insegnamento dell’italiano come lingua straniera e lingua seconda.

E quale migliore occasione formativa può esserci oltre a quella di svolgere un tirocinio all’estero, impartendo lezioni di lingua italiana a studenti universitari in partenza per l’Italia, a docenti di dipartimento e a bambini Rom?

Così Chiara e Laura, prima di concludere il loro master, hanno iniziato a mandare domande per svolgere un tirocinio in tutta Europa, sia presso Istituti italiani di Cultura sia presso sedi della Società Dante Alighieri e, tra le risposte positive ricevute, hanno scelto di trascorrere tre mesi a Breslavia, nella sede della Società Dante Alighieri. Le loro lezioni si svolgeranno principalmente all’interno del Dipartimento di Studi Classici Mediterranei e Orientali dell’Università della città.

Le nostre lezioni saranno principalmente indirizzate agli studenti del dipartimento in partenza per svolgere il progetto Erasmus in Italia – spiegano Chiara e Laura. – Ma le nostre lezioni, sia di livello principiante che avanzato, saranno aperte anche a dottorandi e a dipendenti dello stesso dipartimento. Infine, ma non meno importante, i corsi di lingua saranno indirizzati anche a bambini Rom grazie alla collaborazione con le associazioni Krzywy Komin e Monar. Quest’ultima, in particolare, si occupa del recupero e dell’inserimento degli adolescenti con problemi familiari o di dipendenza. È prevista anche una collaborazione con associazioni del territorio che promuovono manifestazioni culturali.”

Un tirocinio molto impegnativo, quindi, che vedrà le due studentesse di Palermo impegnate in numerose lezioni. Ma ciò non le spaventa perché “pensiamo che questa esperienza sia importante per completare il nostro percorso come docenti in formazione di lingua italiana seconda e straniera. Infatti, ci troveremo a dover progettare degli interi corsi LS e a lavorare con un’utenza diversa da quella presente nella nostra Scuola, avendo così l’opportunità di confrontare metodi e tecniche differenti.”

Questa occasione di crescita e di miglioramento insostituibile e irrinunciabile durerà da giugno a settembre e costituirà per Chiara e Laura, come affermano loro stesse,un’esperienza molto importante sia dal punto di vista professionale che personale.

Pensiamo di poter accrescere le nostre competenze didattiche e adattarle ad un nuovo contesto lavorativo e contemporaneamente osservare e analizzare il percorso di apprendenti con una L1 tipologicamente distante dalla lingua target e progettare un intervento linguistico mirato.”

Le due studentesse spiegano di essersi iscritta al Master perché il loro desiderio è quello di poter insegnare l’italiano come lingua seconda e straniera. “E questo Master – affermano – ci è sembrata la via più adeguata per specializzarci in questo ambito.  Il suo punto di forza è quello di passare costantemente dalla riflessione teorica all’osservazione, per poi giungere alla pratica vera a propria. Per esempio, abbiamo avuto l’opportunità di progettare e condurre il corso di lingua italiana rivolto ai minori non accompagnati. Si è rivelata una delle esperienze più ricche del master poiché siamo entrati in contatto con ragazzi sbarcati a Lampedusa, in fuga da situazioni di guerra e povertà, e con competenze linguistiche e comunicative differenti. Inoltre, per gestire questo particolare corso, abbiamo avuto la possibilità di confrontarci con due docenti esperti della Scuola, sempre a nostra completa disposizione. Grazie a questa esperienza abbiamo compreso quanto sia necessario progettare tutto nei minimi dettagli in base all’esigenza dell’utenza, creando anche materiali specifici. Speriamo di poterci inserire nel mondo lavorativo al più presto, consapevoli del fatto che in questo campo la formazione deve essere continua. “