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SANDRO VOLPE

A volte ritornano. Dalla parte del ghostwriter

Abstract

Quello del ghostwriter è un mestiere di consolidata tradizione e anche abbastanza redditizio. Qualcuno scrive, qualcun altro firma: basta semplicemente che ci sia un accordo. La realtà editoriale non nasconde dunque una pratica antica e accettata, che non comporta necessariamente un vero occultamento della paternità autoriale. Eppure le trame dei romanzi e dei film ci consegnano spesso situazioni che correggono e talvolta ribaltano questo quadro rassicurante: storie di ghostwriter pentiti e desiderosi di riappropriarsi del loro destino. C’è chi ha accettato di restare totalmente nell’ombra per necessità, per interesse. O solo perché non desiderava la ribalta. O, magari, per amicizia o per amore. Poi, a un certo momento, qualcosa si è rotto e ha avuto voglia di confessare quella verità. Ma non è sempre così semplice tornare alla luce, se per altri significa sprofondare nel buio: una resa dei conti dolorosa, anche sanguinosa. Forse per questo tanti scrittori e registi – David Handler, Meg Wolitzer, Nicolas Bedos, Claude Lelouch per citarne alcuni – ci hanno raccontato il rovescio della medaglia: dalla parte dei fantasmi.