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TERESA TUTTOLOMONDO

Cappero

  • Autori: Tuttolomondo, T; Cammalleri, I
  • Anno di pubblicazione: 2009
  • Tipologia: Capitolo o Saggio (Capitolo o saggio)
  • Parole Chiave: tecnica colturale, trasformazione, confezionamento, commercializzazione, aspetti merceologici
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/46295

Abstract

Il cappero appartiene alla famiglia delle Capparidaceae, sottofamiglia Ajugodeae Briq., trib. Rosmarinae Briq., genere Capparis Sp.:23 (1753). Il genere Capparis comprende circa 250 specie distribuite nella fascia tropicale e subtropicale del Vecchio e del Nuovo mondo. Nell’area del bacino del Mediterraneo la più diffusa risulta Capparis spinosa. In Italia è distribuita in maniera sporadica nelle zone costiere in prossimità di affioramenti rocciosi, scogliere, pendici e muri. Secondo gli autori Higton & Akeroyd (1993), le popolazioni siciliane vanno attribuite sia a Capparis spinosa subsp. spinosa var. canescens Cosson che a C. spinosa subsp. rupestris (Sm.) Nyman. La subsp. spinosa var. canescens, risulta distribuita in aree xerofile della Sicilia centro-meridionale su suoli argillosi e salini. La subsp, rupestris, frequente lungo le coste e più sporadica verso l’interno, è diffusa su rupi, pendii rocciosi e vecchi muri. La specie, marcatamente xerofila, è possibile trovarla su calcare mesozoico compatto e oligocenico, gesso, lava e tufo vulcanico. La specie seppure rinvenibile, generalmente, ad altitudini prossime al livello del mare, può spingersi ad altitudini che si aggirano intorno ai 950 m s.l.m. Il cappero si presenta con un fusto sarmentoso provvisto di rami ascendenti e raramente spinosi. Le parti eduli della pianta sono rappresentate prevalentemente dai bottoni fiorali (detti capperi) e dal frutto, una bacca localmente chiamata “cucuncio”. L’interesse prevalente del cappero deriva dalle sue rinomate proprietà condimentarie, ma la pianta presenta anche spiccate proprietà terapeutiche (aperitive, diuretiche, stimolanti, ecc.); attualmente la farmacologia moderna ha posto l’attenzione sulla possibilità di estrarre dal cappero sostanze in grado di rallentare alcuni processi d’invecchiamento della pelle (Bonina et al., 2003).