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ROSARIO SCADUTO

Paesi abbandonati e il ritorno della vita con l'arte

Abstract

In Italia, nella seconda metà del Novecento, numerosi furono i centri urbani abbandonati, a causa, ad esempio, dell’emigrazione, dei dissesti idrogeologici e degli eventi sismici. In Sicilia, i paesi di Gibellina, Salaparuta, Poggioreale, nella provincia di Trapani e Montevago, nella provincia di Agrigento, dopo il terremoto, del gennaio 1968, che colpì la parte occidentale dell’Isola, furono abbandonati e, negli anni successivi, ricostruiti, anche in siti distanti. Certamente l’attenzione iniziale fu rivolta alla costruzione delle nuove città, mentre dopo i danni dovuti alle scosse sismiche i resti degli antichi paesi furono lasciati al loro lento ed inesorabile degrado. Più recentemente, nei paesi prima indicati, diverse sono state le iniziative per favorire la loro conoscenza, e il ritorno dell’interesse, soprattutto affettivo, verso le rovine di questi paesi. Principalmente la richiesta di valorizzazione e la possibilità di visitare questi luoghi, come monumento dell’evento luttuoso, fu soprattutto espressa dai vecchi abitanti, che non avevano mai tagliato il filo che li univa ai loro antichi paesi. Anche le nuove generazioni sono attratte dal fascino di questi luoghi, ed infatti si riscontra l’aumento di flussi turistici, che vedono nelle rovine una forte attrattiva emozionale. A dieci anni del terremoto del 1968, l’allora sindaco della nuova Gibellina, Ludovico Corrao, intuì che l’arte contemporanea poteva rappresentare uno straordinario aiuto per valorizzare sia il nuovo che il distrutto paese. Per questo, non solo invitò numerosi artisti a creare opere nella nuova Gibellina, ma desiderò che Alberto Burri realizzasse il grande “cretto” nella vecchia Gibellina. Ancora oggi, il “cretto” di Burri, pensato come un lenzuolo bianco steso sulle rovine del paese, pur essendo un opera d’arte contemporanea, fra le più vaste e famose del mondo, suscita, alcune perplessità, ma tante emozioni. Il saggio intende indagare le strategie che possono sviluppare l’interesse per il ritorno della vita nei centri abbandonati, analizzando, in particolare, il sito di Poggioreale. Si pensa che innanzi tutto occorre gestire il mantenimento delle rovine e in alcuni casi anche il restauro e il riuso di alcuni degli edifici. Le rovine vanno adeguatamente restaurate e sistemate, costituendo il principale valore culturale ed evocativo. Per incrementare detto valore occorre aggiungere opere d’arte alla nuova drammatica opera creata dall’evento sismico. Si ritiene che i resti dei paesi abbandonati, conservati e sistemati, con l’aggiunta delle opere d’arte possono acquisire una nuova vita, anzi continuare la loro vita, ma con una diversa funzione. In questo modo si uniranno nuovi visitatori, attratti dagli speciali paesi, dall’antica e nuova cultura e bellezza, la sola che ci aiuterà a meglio vivere la nostra contemporaneità e pensare al futuro con più ottimismo.