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ROSARIO SCADUTO

Il palazzo di Phestos a Creta: Scavo e restauro

Abstract

Nel 1900, la Missione Archeologica Italiana di Creta, guidata da Federico Halbherr, con la collaborazione di alcuni archeologi e studenti di archeologia, fra i quali Luigi Pernier, scoprì i resti del palazzo minoico di Festòs, posto a pochi chilometri da Eraklion, capoluogo dell’isola di Creta. Contemporaneamente alla messa in luce dei resti furono eseguiti i primi interventi di restauro e sistemazione, tra questi la pulitura degli interstizi fra i conci lapidei e la stesura di malta cementizia colorata, in modo da intonarla rispetto ai resti, la sistemazione delle parti superiori dei resti murari e la costruzione dei solai in calcestruzzo di cemento armato, un tempo realizzati con struttura portante di legno, per coprire i vani e conservare in situ i grandi vasi in essi contenuti. Gli interventi nel palazzo di Festòs documentano la cultura italiana del restauro, molta attenta alla conservazione del dato materico pervenuto, alla distinguibilità dell’intervento di restauro, anche con l’uso di materiali contemporanei, come, ad esempio, il calcestruzzo di cemento armato, e il minimo intervento per assicurare la massima conservazione. I principi del restauro appena esposti sono ancora oggi validi e riconosciuti, non solo nel nostro Paese, ma nel mondo intero.