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ANDREA SCIASCIA

G124 e ZEN2

Abstract

Lavorare nelle periferie, oltre a rispondere alle esigenze molto concrete che queste parti urbane manifestano, sembra essere il modo più approfondito per conoscere la realtà di oggi. Cioè scegliere la periferia coincide con la volontà di indagare quella parte urbana che ha maggiori potenzialità e quindi più gradi di sperimentazione. L’argomento trattato include il grande tema della forestazione urbana, sapendo però cogliere una differente applicazione riguardo alle peculiarità degli spazi urbani. Bisogna sapere distinguere l’eventuale trasformazione di una generica strada in viale alberato, in una parte della città consolidata, da interventi molto più consistenti in prossimità dei margini urbani. Il team G124 di Palermo ha individuato la propria area di progetto nella Periferia Nord di Palermo, ossia lo ZEN, e in particolare lo ZEN2 con tutte le sue questioni irrisolte. Per lo ZEN, il gruppo, dopo una lettura analitica dei luoghi, ha iniziato ad intessere una rete di relazioni. Più precisamente, il caso di studio è il quartiere nato dal concorso vinto nel 1969 da Amoroso, Bisogni, Gregotti, Matsui e Purini, ma mai completato, come è noto, per una serie intricata di ragioni. Il progetto guidato da Andrea Sciascia come Tutor, grazie all’impegno dei giovani architetti, si è alimentato delle relazioni con le persone senza che questa modalità di interazione si riducesse esclusivamente alla ricerca di un consenso a priori sulle scelte da compiere. Il progetto ha dato forma ad una piazza alberata in un rettangolo di circa 9 x 70 metri, con il lato più lungo posto parallelamente alla testata dell’insula 1F, compreso tra le vie Fausto Coppi e Antonino Cannatella e perpendicolarmente alla via Primo Carnera e alla via Sandro Pertini che costituisce la circonvallazione del quartiere. Tale striscia di terra era una discarica abusiva che si presentava come uno dei tanti interstizi, rimasti casualmente “impigliati e dimenticati” fra le abitazioni e le strade del quartiere, dando piena dimostrazione che i tessuti della periferia sono frequentemente costituiti soltanto da questi due elementi. L’intervento ha l’obiettivo di innescare un processo che mostri come una piccola azione di recupero, una goccia, possa costituire una risorsa fondamentale per la città del futuro.