LA FLESSIBILITA'. MA DI CHE PARLIAMO?
- Autori: PIRRONE MA
- Anno di pubblicazione: 2007
- Tipologia: Capitolo o Saggio
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/10360
Abstract
Nel dibattito contemporaneo, tanto a livello scientifico che nella pubblicistica, il concetto di flessibilità , al pari di quello di globalizzazione, designa tanto una discontinuità , sino al punto di definire un mutamento di paradigma del capitalismo , quanto un termine dalla forte valenza normativa, che indica una direzione verso la quale si deve andare per mirare alle magnifiche sorti e progressive dello sviluppo economico e sociale, nonché verso nuove frontiere di libertà per uomini e donne, nuove opportunità di vita, nuove identità . Il nostro lavoro sottopone a critica entrambe le determinazioni associate al concetto di flessibilità , in primo luogo mostrando come il capitalismo, nel suo percorso storico, abbia già fatto uso di varie forme di flessibilità , la quale è associata a questo modo di produzione fin dalle origini; in secondo luogo, evidenziando il nesso esistente tra sviluppi del capitalismo globale, finanziarizzazione dell’economia e diffusione del lavoro flessibile; in terzo luogo, sottolineando come la valenza normativa di questo concetto sia solo un corollario della vulgata ideologica neoliberista, come appare evidente alla luce del fatto che la flessibilità , o la mobilità del lavoro, vengano sottoposte, in tutto il mondo, a continue, e sempre più forti, forme di controllo quando camminano sulle gambe di uomini e donne migranti. Inoltre, proprio in virtù di quest’ultima considerazione, si vuole indagare la relazione tra flessibilità e migrazioni internazionali nella globalizzazione, partendo dal presupposto che i migranti e le migranti costituiscano gli ideal-tipi della forza-lavoro flessibile, seppur da disciplinare, sempre tanto agognata dal capitalismo.