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MARCO ANTONIO PIRRONE

Capitalismo e coesione sociale. Qualche considerazione sul ruolo attuale della sociologia

Abstract

Negli ultimi venti anni, grazie al predominio dell’ideologia della globalizzazione e dell’impresa globalizzata, imposto dai think thank del liberismo internazionale, e forse anche ad una eccessiva specializzazione delle scienze sociali, il tema delle disuguaglianze crescenti determinate dal modo di produzione capitalistico, e quello correlato dell’integrazione sociale e della coesione sociale all’interno dell’economia capitalistica, sono rimasti nella penombra dell’analisi delle scienze sociali e della sociologia (Bowles, 2009), in Italia (Gallino, 2012) più che in altri paesi, dove al contrario si assiste da molti anni ad una crescente attenzione nei confronti delle trasformazioni del capitalismo. Una retorica dominante a livello globale ha dipinto lo stato sociale come stato essenzialmente assistenziale, caratterizzato da sprechi e inefficienza, contribuendo così al suo progressivo smantellamento. Le dimensioni della disoccupazione e della disuguaglianza, dell’esclusione sociale e della mancanza di opportunità, delle forme di discriminazione sociale ed economica si sono talmente accresciute e rafforzate da mettere in discussione la coesione sociale e la partecipazione civica e democratica all’interno di molte società. Analizzando la letteratura esistente, sia dei classici (Durkheim, Weber, Marx, Simmel, Tönnies) che dei contemporanei (Bourdieu, Bowles, Moulier Boutang, Ingham, Gallino), si cercherà di fare il punto sugli studi intorno al tema “capitalismo e coesione sociale” analizzando alcuni degli snodi di crisi della coesione sociale in questa fase storica.