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FRANCESCO PARISI

Sistema penale e fenomeno migratorio

Abstract

Molteplici sono gli spazi di intervento penale nel contesto del fenomeno migratorio; plurime e diversificate le sue funzioni. L’ordinamento può servirsi dello strumento penale per tutelare l’interesse dello Stato a regolamentare i propri confini. Alcune fattispecie penali incriminano il migrante che entra o soggiorna irregolarmente nel territorio o che vi fa ritorno dopo essere stato espulso. Altre sono dirette alla repressione di coloro che favoriscono l’immigrazione illegale: si tratta dei “trafficanti di migranti”, ma anche di tutti i soggetti che procurano in qualsiasi modo l’ingresso illegale nel territorio dello Stato. In quest’ultima ipotesi, diviene molto controversa l’incriminazione delle condotte di favoreggiamento ispirate da ragioni meramente umanitarie. Eppure, qualora il migrante irregolare sia al contempo vittima di gravi reati, come nel caso emblematico del traffico di esseri umani, il sistema cambia sensibilmente la propria inclinazione di fondo e lo difende: è un bene giuridico di tipo personale, la libertà individuale dello stesso migrante, a giustificare la norma penale e l’applicazione della sanzione all'aggressore. Infine, la risorsa penalistica definisce i limiti invalicabili della tolleranza multiculturale, individuando le regole minime di convivenza fra culture differenti. Si discute sul valore da attribuire in sede penale alla tradizione culturale del reo nell'ambito dei “reati culturalmente orientati”: comportamenti imposti o comunque approvati da un gruppo culturale – come nel caso emblematico della circoncisione rituale femminile - i quali costituiscono reato nello Stato d’accoglienza.