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ANTONIO PERRONE

Sull’esistenza di un nuovo valore digitale e sua rilevanza fiscale: il caso dei crypto-asset

Abstract

Il tema dell’esistenza e della rilevanza fiscale di un nuovo valore connesso alle attività economiche digitalizzate ha cominciato ad attrarre l’interesse degli economisti e degli studiosi della materia fiscale già dall’alba del progetto BEPS. È , però, con l’Interim Report del 2018, il cui secondo capitolo era dedicato ai modelli di business digitale, che la questione della sostanza e dei fattori di creazione del nuovo valore, divenne centrale nella tematica degli studi fiscali, dando luogo ad un acceso dibattito fra coloro che sostennero che non esiste alcun nuovo valore “digitale” - ricavando conferma di ciò dalla circostanza che lo stesso OCSE, nel suo Statement on a Two-Pillar Solution (dell’8 ottobre 2021), sembrava marginalizzare la rilevanza che la value creation aveva nei documenti precedenti - e coloro che, di contro, ritennero che esso avesse una sua ben precisa consistenza che non poteva non avere riflessi sul terreno impositivo. Il presente contributo si inserisce in siffatto dibattito, cercando di rispondere al quesito se siffatto nuovo valore effettivamente esista, quali ne siano i driver, se, in che modo e in quale giurisdizione esso possa assumere rilevanza fiscale. Muovendo da uno studio delle teorie economiche sul processo di creazione del valore e ponendo la distinzione fra valore d’uso e valore di scambio, l’Autore giunge alla conclusione che un valore digitale di fatto esiste e che i principali fattori che contribuiscono alla sua generazione sono, per un verso, la capacità di elaborare, governare e sfruttare conoscenze complesse (che attiene alla sostanza del valore, dando vita ad un valore potenziale) e, per l’altro, l’interesse del mercato a quella sostanza (che attiene al valore di scambio). In questo contesto si inserisce altresì il tema dei crypto-asset che sono analizzati come una sorta di case study o banco di prova per testare l’effettivo ruolo dei succitati fattori nella dinamica di creazione del valore digitale. Postulata, in tal modo l’esistenza di siffatto valore, l’Autore riconduce tale conclusione al dibattito in corso, provando a dare una differente lettura della parabola evo-involutiva dell’OCSE e ponendo la questione se il valore digitale possa assumere rilevanza fiscale soltanto allorché trasmodi in ricchezza del mondo reale o anche nella sua naturale dimensione virtuale.