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VINCENZO MILITELLO

La responsabilità personale per il coinvolgimento di imprese in crimini internazionali. Il problema cruciale dei c.d. “atti neutrali”

Abstract

Il contributo considera l’intreccio fra livello individuale e livello collettivo dei crimini internazionali con specifico riferimento alla eventuale corresponsabilità di imprese e dei loro capi rispetto alla commissione di tali crimini da parte dei vertici militari o politici di un gruppo o di uno stato. Alla luce del principio di autoresponsabilità ricavabile dall’art. 25 dello Statuto di Roma, la relativa responsabilità può affermarsi per le attività di impresa direttamente strumentali a fatti violenti. Maggiormente problematica essa risulta invece per le ordinarie attività di impresa, che dunque appaiono neutrali ed estranee rispetto alle altrui condotte illecite. Per queste ultime la distinzione fra liceità ed illiceità dell’attività di impresa non può essere affidata solo all’elemento soggettivo del reato. Piuttosto, occorre un consapevole superamento del rischio, di volta in volta adeguato alla particolare attività, che essa realizzi nel concreto contesto un’agevolazione al compimento di crimini internazionali.