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MARIA CRISTINA MAGGIO

TASSO DI PERSISTENZA IN TERAPIA E FATTORI PREDITTIVI DI SOPRAVVIVENZA DEGLI INIBITORI DELL’INTERLEUCHINA 1 NELL’ARTRITE IDIOPATICA GIOVANILE A ESORDIO SISTEMICO

  • Autori: C. Gaggiano, J. Sota, A. Insalaco, R. Cimaz, M. Alessio, M. Cattalini, R. Gallizzi, M.C. Maggio, G. Lopalco, F. La Torre, C. Fabiani, M. Pardeo, A.N. Olivieri, P. Sfriso, C. Salvarani, S. Grosso, C. Bracaglia, F. De Benedetti, D. Rigante, L. Cantarini
  • Anno di pubblicazione: 2019
  • Tipologia: Abstract in atti di convegno pubblicato in volume
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/368229

Abstract

INTRODUZIONE L’introduzione dei farmaci biologici ha rivoluzionato l’approccio terapeutico nell’Artrite Idiopatica Giovanile a esordio Sistemico (SoJIA), modificando la storia naturale di questa malattia e migliorandone l’outcome globale. METODI Obiettivo principale dello studio era analizzare il tasso di persistenza in terapia (DRR) degli inibitori dell’Interleuchina (IL)-1 nei pazienti affetti da SoJIA. Obiettivi secondari dello studio erano: (1) esplorare l’influenza della linea biologica di trattamento, degli eventi avversi, dello specifico agente anti-IL-1 e del cotrattamento con disease modifying anti-rheumatic drugs (cDMARDs) sul DRR; (2) identificare eventuali fattori predittivi associati all’abbandono della terapia. Dati demografici, clinici e terapeutici relativi ai pazienti affetti da SoJIA trattati con anakinra e canakinumab in 15 centri italiani sono stati raccolti retrospettivamente ed analizzati. RISULTATI Sono stati arruolati 77 pazienti, corrispondenti a 86 regimi di trattamento. Il DRR cumulativo degli inibitori dell’IL-1 è risultato essere a 12-, 24-, 48- e 60- mesi di follow-up rispettivamente 79.9, 59.5, 53.5 e 53.5%. Non è stata riscontrata alcuna differenza statisticamente significativa stratificando per anakinra e canakinumab (p=0.056) e tra i pazienti trattati in monoterapia e quelli in cotrattamento con cDMARDs (p=0.058). Al contrario, differenze significative sono state individuate tra il gruppo dei pazienti biologic-naive e quello dei pazienti precedentemente trattati con altre terapie biologiche (p=0.038) e in relazione all’occorrenza di eventi avversi (AE) in corso di terapia (p=0.04). Nell’analisi di regressione, i pazienti precedentemente trattati con altre terapie biologiche (HR = 3.357 [CI: 1.341–8.406], p = 0.01) e quelli che presentavano AE (HR = 2.970 [CI: 1.186–7.435], p = 0.020) erano associati ad un hazard ratio maggiore relativamente al rischio di abbandono della terapia. Il treatment delay è risultato essere significativamente più elevato tra i pazienti che hanno abbandonato la terapia (p = 0.0002). CONCLUSIONI I risultati dello studio suggeriscono un eccellente DRR per anakinra e canakinumab, che può essere ulteriormente aumentato attraverso una più attenta gestione degli AE ed impiegando questi farmaci in prima linea in una fase precoce della malattia.