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VITO ARMANDO LAUDICINA

LE METODICHE ANALITICHE

Abstract

Il processo analitico è frutto di una serie di tappe fondamentali (Fig. 13.1) che devono permettere di raggiungere lo scopo prefissato: ottenere un’informazione puntuale sul campione sottoposto ad analisi. Le scelte legate alla procedura di campionamento, di pretrattamento del campione e del metodo di analisi sono fortemente influenzate dal tipo di matrice, dal tipo di analita o del parametro da determinare e dal grado di incertezza tollerabile sul risultato finale affinché sia conforme alle esigenze normative, disciplinari o di indagine scientifica. Il campione, inteso come quantità di materia che si sottopone ad analisi, deve essere un’aliquota rappresentativa e omogenea della biomassa nella sua interezza. Le biomasse possono essere infatti di diversa natura chimica, fisica e biologica. Alcune sono solide, altre più o meno liquide e l’analita può essere distribuito all’interno del materiale in modo omogeneo o eterogeneo. Non di rado la quantità di campione da laboratorio che si analizza è costituita da pochi grammi ottenuti da un campione composito che è frazione di una biomassa di diverse tonnellate. Spesso la fase iniziale del campionamento, fino ad ottenere il campione da laboratorio, rappresenta la fase più critica e la fonte di maggiore incertezza dell’intero processo analitico. Quando è possibile si scelgono procedure normate a livello nazionale o internazionale. In ogni caso, occorre sempre verificare l’applicabilità della procedura analitica per ogni tipologia di matrice, livello di concentrazione di analita e valutare l’incertezza associata alla misura.