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DONATELLA LA MONACA

Lo "scriba ramingo": il cammino poetico di Giuseppe Giovanni Battaglia

Abstract

"Ho smesso di scrivere in lingua siciliana nel 1978; è stata una bella esperienza, sono cresciuto confrontandomi giorno per giorno con il mio lavoro poetico, in una vera e propria simbiosi; sono intervenuto sulla lingua, da diversi punti di vista, non ultimo nella sua musicalità. Peraltro, ho tentato di far vivere anche nel mio verso, la fine della cultura contadina, cosa tutt’altro che facile" . Così si legge nella nota d’autore che Giuseppe Battaglia verga a suggello della seconda edizione, del 1988, dell’Ordine di viaggio, una silloge che, sin dall’impianto compositivo, rivela il reciproco alimento di cui dialetto e lingua italiana nutrono l’invenzione artistica del poeta di Aliminusa. Confluiscono, infatti, in quelle pagine, i versi in vernacolo realizzati in un percorso che, dalla Terra vascia (1969) alla Piccola valle di Alì ( 1972) a Campa padrone che l’erba cresce (1977), scandisce gli snodi costitutivi di un discorso poetico vocato a configurarsi, pur attraverso cesure, ripensamenti, rimodulazioni formali, come un ininterrotto itinerario intellettuale ed esistenziale.