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SANTO GIUNTA

Centri minori fra modelli nuovi o ritrovati. Le alte Madonie tra opportunità e suggestioni

Abstract

«Un’architettura basata sulla complessità e sulla contraddizione richiede un impegno speciale verso l’insieme: la sua reale validità deve essere nella sua totalità, o nelle sue implicazioni di totalità» afferma Robert Venturi (Venturi, 2005, p. 16). Questo suggerimento è ancora essenziale per tutti coloro che intendono affrontare da vicino il ruolo del progetto nel territorio dei Centri minori? Sigfried Giedion, nel suo Space, Time and Architecture leggeva l’edificio per l’abitante della città. Aveva voglia di «godersi il panorama, le brezze ed il sole, godere in tutta calma quella naturale libertà di cui il suo lavoro lo privava» (Giedion, 1953, p. 505). A distanza di molti anni, il nostro articolo intende ritornare sulle specifiche tre questioni, fortemente collegate tra loro, poste da Giedion nel titolo della sua trattazione. La prima riguarda il valore di Spazio da proporre dentro scenari e prospettive dei Centri Minori. La seconda questione riguarda il Tempo nella sua struttura apparentemente mutevole dell’edificato esistente. In esso si contrappongono le tracce di un “dinamismo non lineare” per attirare giovani (e non solo) nelle alte Madonie. Nella terza questione, quella che Giedion indica come Architettura, noi siamo consapevoli che bisogna guardarla nell’insieme, nella loro logica insediativa e come valore attrattivo per gli “abitanti di ritorno”? Si tratta di tre questioni che in una logica multiscalare sono in grado di incentivare la sistematicità del progetto e richiamano esplicitamente la gregottiana “architettura come modificazione”.