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ILARIA GRIPPAUDO

Cambiamento e continuità: i manoscritti del fondo musicale del duomo di Enna

Abstract

Dal Cinquecento fino agli inizi del Novecento la vita musicale a Enna – cittadina al centro della Sicilia – fu caratterizzata da particolare vivacità. Ciò si dovette soprattutto all'attività della sua più importante istituzione religiosa, la cappella musicale del Duomo, che impiegava un numero stabile di musicisti, per la maggior parte siciliani, ma anche stranieri. Fu soprattutto nel Settecento che molti di loro giunsero a Enna da Napoli, il più prestigioso centro musicale dell'epoca. Vi troviamo virtuosi cantori e strumentisti, ma anche compositori come Luigi Platone o Giuseppe Coppola, entrambi giunti in Sicilia alla fine del secolo e divenuti maestri dell'istituzione. La prolifica attività della cappella è testimoniata da centinaia di manoscritti ancora conservati nella chiesa: continuità e uniformità sono i tratti distintivi di questa produzione, relativamente a generi, repertori e stili. Tuttavia, il desiderio di novità spingeva a proporre opere originali, soprattutto nelle occasioni più importanti del calendario festivo, come la festa patronale della Madonna della Visitazione, durante la quale un dialogo sacro (o “azione drammatica”) veniva composto dal maestro di cappella ed eseguito in pubblico. Tra i dialoghi ricordiamo "Sisara al Cisone" di Giuseppe Coppola, eseguito nel 1787, e il "Trionfo della Gran Vergine Maria sulle Rovine di Cerere" – detto popolarmente 'u dialucu – musicato dall'artista napoletano nel 1797 e inserito nel repertorio cittadino fino al Novecento. Lo studio della documentazione esistente e delle fonti musicali permette di indagare la fisionomia e le pratiche esecutive della cappella di musica, nonché di verificare le nozioni di consuetudine e persistenza che caratterizzavano le tradizioni musicali siciliane.