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ROBERTA COGLITORE

Le vertigini della materia. Roger Caillois, la letteratura e il fantastico

Abstract

Il fantastico è la chiave di volta dell’esperienza intellettuale di Roger Caillois. Alla teoria generale del fantastico, alle descrizioni di mirabilia della natura e ai fantasmi delle scritture dell’io sono dedicate le tre sezioni del presente volume. Nella prima parte la famosa definizione cailloisiana del fantastico in arte e in letteratura, «l’irruzione dell’inammissibile all’interno della inalterabile regolarità quotidiana», è interpretata come il nucleo fondativo di un’estetica generale che include il mondo degli animali, alla luce delle contemporanee teorie evoluzioniste, e quello dei minerali, interpretato come l’esempio decisivo per illustrare la legge della dissimmetria che regola l’universo. Nella seconda parte le mirabili pagine di Caillois dedicate alle pietre figurate vengono considerate tra gli esempi più alti dell’ékphrasis novecentesca, dove emerge una vocazione letteraria continuamente negata e dissimulata. Nell’ultima parte le passeggiate parigine alla ricerca dei fantasmi del xv arrondissement, oggetto di un saggio sulla logica dell’immaginario, assumono la forma di un racconto autobiografico e di un film per la televisione, dove Caillois recita la parte del narratore e di un personaggio con cappa e maschera, a metà tra Fantômas e Zorro. Caillois ritorna così alla scrittura letteraria e autobiografica, presenti sin dalle prime esperienze govanili, ma abbandonate dopo i contrasti con André Breton e il gruppo dei Surrealisti.