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PATRIZIA CAPIZZI

La GTT, metodologia non invasiva per caratterizzare lo strato esterno degradato dei manufatti lapidei

  • Autori: COSENTINO PL; CAPIZZI P; FIANDACA G; MARTORANA R; MESSINA P; RAZO AMOROZ I; SCHIAVONE S
  • Anno di pubblicazione: 2008
  • Tipologia: eedings
  • Parole Chiave: Global tomographic traveltime, indagini non invasive, degrado superficiale, ultrasuoni
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/36482

Abstract

In questo lavoro viene descritta una metodologia non invasiva ne, tanto meno, distruttiva per studiare il degrado degli strati superficiali dei manufatti lapidei, correlandolo ai parametri di resistenza meccanica. La metodologia adopera come strumento diagnostico la propagazione delle onde elastiche nel mezzo in esame. In particolare, considerando che l'ordine di grandezza degli spessori ricercati è compreso tra le frazioni di millimetro e pochi centimetri, le frequenze delle onde elastiche utilizzabili sono quelle ultrasoniche, dalle decine di kHz ai MHz (e quindi, con velocità di propagazione dell'ordine di 4000 m/s, con lunghezze d'onda dai centimetri alle frazioni di millimetro). Questa metodologia, chiamata GTT (Global Tomographic Traveltime, e in italiano dromocrona tomografica globale), prevede di effettuare sul manufatto una serie di misure di velocità di propagazione di onde ultrasoniche su percorsi appositamente organizzati, in modo da valutare il livello di degrado e lo spessore dello strato superficiale alterato. Le misure dei tempi di propagazione infatti vengono riportate su opportuno grafico unidimensionale Tempo-Distanze (cioè la cosiddetta "dromocrona") e l'andamento dei punti sperimentali in detto grafico consente la valutazione dei parametri ricercati. La metodologia, che può essere considerata una semplificazione unidimensionale di un rilievo tomografico tridimensionale, e relativamente rapida per i tempi di esecuzione ed ha dato risultati interessanti, alcuni dei quali vengono presentati. Tuttavia rimangono alcune criticità, in ispecie ne]l'acquisizione dei dati dei cosiddetti "percorsi vicini".