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IGNAZIO BUTTITTA

Il Re vicario divino e uomo dio: Indoeuropei

Abstract

Rispetto alle realtà mesopotamica, egiziana, ebraica non troviamo sostanziali diversità ideologiche nella Grecia già indoeuropeizzata. *Per designare il signore, il sovrano, in greco esistono due termini: basileús e wánaks . Il rapporto tra i titoli è stato chiarito da Benveniste in speciale riferimento agli usi micenei: «Sembre che il basileús sia solo un capo locale, un notabile, non un re. egli non sembra dotato di nessuna autorità politica. Invece il wánaks è considerato come il detentore del potere regale, anche se non si può definire ancora la vastità del suo territorio». Va poi rilevato chewánaks è inoltre una qualificazione divina riservata alle divinità maggiori. Nell’epopea omerica tale rapporto viene rispettato. Solowánaks «designa la realtà del potere regale;basileús è solo un titolo tradizionale che detiene il capo del génos, ma che non corrisponde a una sovranità territoriale e che molte persone possono possedere nello stesso luogo». L’esercizio del potere è prerogativa esclusiva delwánaks. Il re esercita il suo potere per volere di Zeus. Dal dio celeste gli vengono gli atributi della sua funzione, come lo scettro.«Tutto ciò che è e tutto ciò che possiede, le sue insegne e i suoi poteri, gli sono conferiti dagli dei, ma non li detiene in virtù di un ascendenza divina»; Tutta l’autorità degli ordini del re si fonda sul fatto che questi non sono che la traduzione del volere divino. Nel mondo minoico-miceneo, dunque, al pari di tutte le coeve civiltà dell’età del bronzo, il potere politico economico è saldamente nelle mani di un re. Questi è il centro della società, la sua stanza e il suo trono sono il centro dinamico del palazzo. La rilevanza sul piano religioso di tali individui è manifestata soprattutto dai sepolcri. La specialità del loro corredo ma anche le raffigurazioni cultuali che li accompagnano. «Se gli anelli d’oro, che venivano sepolti appunto solo nelle tombe dei nobili, di re e regine, recano impresse tanto spesso scene cultuali, anche questo indica l’importanza delle cerimonie per i potenti»