Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

IGNAZIO BUTTITTA

La Settimana Santa in Sicilia: invenzioni, transformazioni, permanenze

Abstract

Le cerimonie della Settimana Santa siciliana presentano, da luogo a luogo, caratteri (che lasciano trasparire, con maggiore o minore evidenza, specifici retroterra storico-culturali e peculiari tradizioni religiose. In alcuni casi, soprattutto nei centri di tradizione rurale, certe sezioni dei riti sembrano sostenute da una visione del mondo e da istanze proprie delle culture agropastorali ed espongono simbolismi che, richiamando l’esigenza di promuovere la renovatio temporis, rivelano il legame istituito a livello mitico tra la rinascita primaverile della natura e la vicenda di morte e resurrezione dell’Uomo-Dio. In altri casi, particolarmente nelle città e nei paesi più grandi, si osservano momenti che perpetuano o riprendono tradizioni medievali e barocche diffuse e sostenute dai regimi monarchici e da certi ordini religiosi1: solenni e composte processioni di confraternite e maestranze che accompagnano grandi fercoli con gruppi statuari rappresentanti scene della Passione, generalmente dette “misteri”; la messa in scena, processionale o su palco, di episodi salienti della storia sacra; riti penitenziali. Non c’è pertanto iter festivo locale che possa considerarsi rappresentativo della molteplicità e della ricchezza delle storie e delle tradizioni culturali e cultuali, delle pratiche rituali, delle espressioni artistiche e performative variamente articolate nei diversi centri dell’Isola. In tutti i casi, però, le cerimonie della Settimana santa costituiscono un episodio apicale del calendario cerimoniale e un momento riassuntivo della vita laica e religiosa della comunità. Al di sotto, infatti, della molteplicità delle forme e dei significati che si declinano nelle diverse feste pasquali è dato riconoscere alcuni aspetti comuni e ricorrenti, in primo luogo la loro assoluta centralità all’interno del tempo che scandisce la vita comunitaria, tanto che la Pasqua, in quanto momento fondante di quel calendario cerimoniale che organizza i tempi del lavoro e della vita in comune, può essere considerata autentica festa di capodanno. Dai riti pasquali tutto parte e a questi tutto ritorna poiché la vicenda di morte e resurrezione di Dio sussume in sé quella del ciclico esaurimento e della rinascita della natura e della società. Sintesi della sua storia culturale, sociale ed economica, infatti, essi sono occasioni di rappresentazione e riaffermazione di un ideale ordine sociale e del correlato sistema di valori e, insieme, momento di esaltazione del patrimonio, della tradizione e della memoria.