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IGNAZIO BUTTITTA

LE VERGINI DEL MIRTO. EPIFANIE MARIANE E ALBERI SACRI TRA LA SICILIA E CRETA

Abstract

I simbolismi vegetali sono ricorrenti nelle celebrazioni religiose “popolari” di santi/e, madonne, Cristi sotto vario titolo in tutta l’area euro-mediterranea, segnatamente in quelle regioni che sono state caratterizzate fino a un recente passato (e che in parte lo restano tutt’oggi) da un’economia prettamente agropastorale. Interi alberi, fronde, frutti, spighe compaiono in numerosi casi, isolati o in associazione fra loro e con altri simboli rituali propri dei patterns simbolici agrari  (pani, pasti comuni, falò e cortei di torce, danze, corse, agoni, ecc.), sia come decoro di spazi e di immagini cultuali, sia assemblati in più o meno complessi artefatti (che non di rado costituiscono il simbolo centrale della festa), sia come elementi direttamente connessi, spesso sul piano della leggenda di fondazione del culto, alla sacra entit. cui la festa. dedicata. si tratta, in tutta evidenza, di simboli rituali ereditati da un remoto passato, attraverso i quali si rende esplicita la connessione umanamente avvertita tra ritmi naturali, cicli produttivi e intervento di potenze trascendenti la sfera dell’umano. Nei casi in cui ad essere costitutivi del culto del/la santo/a, della madonna, del Cristo sono gli alberi, alla dimensione vitalistica, ossia alla rappresentazione per arbores di una forza generativa che ciclicamente si rinnova coinvolgendo ogni forma di vita e pi. in generale ogni manifestazione cosmica, si associa la dimensione assiale, la concreta rappresentazione cio. di un centro che orienta lo e nello spazio e, al contempo, di un tramite attraverso il quale si realizza la comunicazione tra immanenza e trascendenza, tra mondo e ultra-mondo (celeste e infero). Questi due casi sono rispettivamente ben rappresentati da due culti mariani: quello della Madonna delle Mortelle di Villafranca sicula (Sicilia) e quello della Madonna Myrtidiotissa di Palianis (Creta).