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IGNAZIO BUTTITTA

Etnografia, auto-biografia, storie di vita

Abstract

Se è banale osservare che ogni scrittura letteraria, narrativa o poetica, anche quando non esplicitamente diretta al racconto della propria vita, contiene spesso deliberati o inconsapevoli riferimenti alla biografia umana e intellettuale dell’autore e ne rivela le inclinazioni ideologiche, non altrettanto banale è sottolineare come certe strategie e certi esiti narrativi, anche accidentali, possano ritrovarsi in una scrittura, quella antropologica appunto, che si dichiara (o almeno per lungo tempo si è dichiarata) scientifica e che pretende, pertanto, di offrire descrizioni e interpretazioni obiettive, asettiche potrebbe dirsi, di realtà culturali “altre”. Non è d’altronde questionabile che la scrittura “scientifica” sia riduzione/ traduzione dell’unicum continuum della realtà in obiecto operata secondo regole grammaticali e discorsive condivise e seguendo le procedure della logica occidentale, e, dunque, sia fissazione arbitraria e parziale di una realtà in progress che richiede sempre e comunque una discretizzazione delle informazioni e una loro specifica organizzazione spaziale, temporale, relazionale e causale.