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IGNAZIO BUTTITTA

Etna. Miti e riti della "montagna" sacra

Abstract

L’Etna con la sua immensa mole fumante, la sua incessante attività vulcanica, il potere distruttivo e generativo delle sue lave, i suoi mutevoli paesaggi, ha costituito nei millenni un riferimento costante dell’immaginario isolano, offrendosi come inesauribile sorgente di affabulazione mitopoietica, teatro epico e lirico di vita e di morte, soggetto e scenario di riti, di miti, di leggende molteplici. Colosso dall’indole incostante e dalla potenza terrifica, vorace distruttore di tuguri e palazzi costruiti della sua stessa pietra, di campi e di piantagioni prima nutriti dalla sua stessa lava, l’Etna contiene e rappresenta, materialmente e simbolicamente, gli opposti: l’alto e il basso, la trascendenza e l’immanenza, l’angelico e il demonico, la luce abbagliante e le tenebre fumose, la fecondità esuberante e le aridità desertiche. Se è vero che il mito è spesso la prima e fondamentale verbalizzazione della realtà complessa, non sorprende allora che l’Etna sia stato soggetto mitologico, scenario di racconti e leggende, sede di culti e santuari, luogo ideale di residenza o manifestazione di dèi, di demoni, di eroi, di santi dalla più remota antichità fino ai nostri giorni.