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ANGELA BADAMI

Temple and the merchants

Abstract

Con i suoi tre milioni di abitanti e un hinterland di quattro milioni, Casablanca potrebbe sembrare a prima vista una metropoli cosmopolita e internazionale. Vivendola dal di dentro, invece, Casa (come familiarmente viene chiamata dagli abitanti) si rivela una città profondamente legata alle sue origini berbere in un paradosso di urbanistica nomade. Abitata da “uomini liberi” (dal significato etimologico del termine “berbero”), la popolazione continua a mantenere usi e costumi propri delle tradizioni nomadi nordafricane. Nella Medina più antica, cinta dalle poderose mura in terra cruda rossa, i bianchi edifici che valsero il nome alla città formano un dedalo di strade e di vicoli ciechi brulicanti di vita dove ogni cosa sembra vivere nell’immediatezza del presente.