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GIUSEPPE ABBATE

Quali politiche per la rigenerazione del quartiere Albergheria-Ballarò nel centro storico di Palermo

Abstract

Gli esiti delle sempre più numerose esperienze innovative di rigenerazione urbana dimostrano che il termine “rigenerazione” non si abbina ad una formula preconfezionata in grado di risolvere le problematiche urbane emergenti ma che, al contrario, sottintende una diversa concezione dell’intervento urbano attraverso l’introduzione di nuove e sempre diverse (secondo le realtà urbane) modalità di approccio: nella costruzione di reti di attori, di azioni istituzionali, di pratiche dal “basso”; nell’intendere in maniera innovativa l’abitare, l’uso degli spazi pubblici, la dotazione e l’offerta di servizi; nel ridisegnare la mobilità pubblica e privata, carrabile e pedonale; ecc. Se il percorso verso la rigenerazione di un determinato ambito urbano non è poi così scontata quali sono le politiche che un’amministrazione dovrebbe mettere in campo per assicurarsi il successo dell’iniziativa? Quanto affermato trova riscontro nel caso di Palermo dove recentemente l’amministrazione comunale ha deciso di intraprendere azioni mirate alla rigenerazione urbana di specifici ambiti del centro storico. Tra questi, l’ambito urbano coincidente con il quartiere Albergheria-Ballarò, ricadente all’interno del Mandamento Palazzo Reale, appare di notevole interesse, da una parte per la particolarità del suo tessuto urbano costituito dalla sovrapposizione di due strutture morfologiche differenti, la prima medievale/cinquecentesca e la seconda novecentesca derivante dalla parziale realizzazione del Piano di risanamento Giarrusso e del piano particolareggiato Albergheria-Ballarò (approvato nel 1993 contestualmente al PPE); dall’altra per la particolarità del suo tessuto sociale caratterizzato dalla sempre più consistente presenza di immigrati di diverse etnie che progressivamente hanno occupato in forme non sempre legali edifici abbandonati dai proprietari perché degradati e inagibili. La presenza dei nuovi abitanti stranieri ha comunque comportato, sia pure in termini di provvisorietà, l’apertura di diverse attività commerciali legate alla vendita di prodotti alimentari e artigianali etnici, innescando nuove forme di rivitalizzazione che, peraltro, hanno contribuito a far sopravvivere lo storico mercato di Ballarò. L’approfondimento del caso di studio proposto diventa occasione per interrogarsi sulla concretezza delle politiche che l’amministrazione comunale di Palermo ha intrapreso o intende intraprendere per la rigenerazione del quartiere Albergheria-Ballarò e, più in generale, per riflettere sulle multiformi criticità che i contesti storici delle città meridionali oggi presentano. I centri storici possono e devono essere terreni di innovazione delle modalità di pianificazione e gestione delle trasformazioni, perché solo a partire da una prospettiva nuova, capace di coglierne appieno, criticità, potenzialità e opportunità, si potrà avviare un efficace processo di rigenerazione in cui affiancare agli interventi di recupero dell’edilizia storica e di riqualificazione degli spazi aperti, un complesso di azioni integrate che, per essere vincenti, devono essere sostenute da una forte determinazione degli attori pubblici, assumere caratteri di continuità nel tempo e ispirarsi a principi di sostenibilità culturale, ambientale, economica e sociale.