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GIUSEPPE ABBATE

Territori dell'abusivismo: Agrigento e il suo hinterland

Abstract

In Sicilia, le pesanti ricadute dell’abusivismo edilizio sulla qualità del paesaggio, sul corretto sviluppo urbanistico, sull’economia e sulla sicurezza del territorio, hanno ormai compromesso, solitamente in maniera irreversibile, l’immagine di diversi centri urbani e di interi tratti di costa. In quest’ottica Agrigento e il suo hinterland costituiscono un esempio emblematico in cui il dilagare dell’abusivismo edilizio è espressione di un malcostume diffuso, rimasto per anni impunito. Il fenomeno dell’abusivismo nel territorio agrigentino investe, senza eccezione alcuna, tutti i centri urbani gravitanti attorno al capoluogo, anche se in maniera differenziata. Le maggiori percentuali di edilizia illegale interessano, oltre che la città di Agrigento, quei centri urbani con popolazione superiore ai 15.000 abitanti la cui espansione è avvenuta prescindendo dalla tutela dei caratteri storici, artistici, archeologici, paesaggistico-ambientali ed idrogeologici. L’abusivismo edilizio non ha risparmiato neanche la Valle dei Templi dove ad oggi, all’interno dell’area sottoposta a vincolo di inedificabilità assoluta, sono state censite circa 700 costruzioni realizzate illegalmente. Il contributo, a partire da una riflessione sulla manovra non risolutiva dei condoni, esplora le forme dell’abusivismo edilizio nel territorio agrigentino. Un territorio straordinariamente ricco di risorse naturalistico-ambientali e storico-culturali, per il quale non è facile formulare un progetto capace di rispondere alla crescente domanda sociale di riprendere il dialogo, per troppo tempo interrotto, con il paesaggio.