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GIUSEPPE ABBATE

Il territorio di Agrigento tra consumo di suolo e abusivismo

Abstract

Il crescente consumo di suolo agricolo e naturale, il cui contenimento solo di recente inizia a rientrare tra le priorità delle politiche territoriali del nostro Paese, nel caso della Sicilia, può essere declinato anche attraverso la lettura di un altro fenomeno, altrettanto difficile da quantificare, quello dell’abusivismo edilizio con cui a volte coincide e si intreccia. Le pesanti ricadute dell’abusivismo edilizio sulla qualità del paesaggio, sul corretto sviluppo urbanistico, sull’economia e sulla sicurezza del territorio hanno ormai compromesso, solitamente in maniera irreversibile, l’immagine di diversi centri urbani e di interi tratti di costa dell’isola. In quest’ottica Agrigento e il suo hinterland costituiscono un esempio emblematico che mostra la mancanza di una cultura del territorio come bene comune, del senso di appartenenza ai luoghi e di responsabilità civile, fattori che hanno certamente contribuito a far dilagare il fenomeno dell'abusivismo edilizio, non certo etichettabile come prodotto delle insufficienze dello Stato nel dare risposte al bisogno abitativo di determinati strati sociali, ma espressione di un malcostume diffuso, rimasto per anni impunito e che ha visto coinvolti politici, amministratori e più in generale un’intera classe dirigente tollerante e compiacente. Per altri versi il caso Agrigento rispecchia la grave situazione riscontrabile in un numero sempre maggiore di città di ogni latitudine in cui la disordinata cementificazione dei suoli e la conseguente dispersione insediativa continua a generare un modello di città che non punta sul recupero dell’esistente ma sull’urbanizzazione di nuove aree solitamente a bassa densità. Una città, quindi, molto poco sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico, oltre che per l'elevato e spesso ingiustificato consumo di suolo, anche per i nuovi squilibri che determina come l'aumento del traffico motorizzato individuale e l’assenza di spazi pubblici e di luoghi di aggregazione.