Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

PATRIZIA SARDINA

La terra e il mare. Signori, feudi e porti nel Mezzogiorno medievale e moderno

Abstract

Nell’Italia meridionale e insulare la terra e il mare mantennero sempre uno stretto rapporto e rimasero inscindibili. I grandi feudatari comandavano flotte, in qualità di ammiragli, guidavano spedizioni marittime e battaglie navali, non disdegnavano la pirateria, costruivano navi e controllavano le esportazioni frumentarie attraverso i caricatori. La rete di piccoli approdi dislocati lungo le coste consentiva ai feudatari, laici ed ecclesiastici, di superare gli ostacoli frapposti da una viabilità inadeguata, trasportando i prodotti agricoli tramite la navigazione di cabotaggio per venderli sul mercato locale. Dai porti più grandi, in grado di ospitare imbarcazioni di maggiori dimensioni, partivano, invece, le merci destinate al commercio nel mar Mediterraneo, fra le quali si annoveravano, oltre al frumento, il vino greco dell’area vesuviana e il tonno siciliano, prodotti rinomati e richiesti a livello internazionale. L’economia del Mezzogiorno, pur essendo basata essenzialmente sui prodotti agro-pastorali non passava solo dalla terra, ma anche dal mare.