IL PALAZZO DEL GOVERNO E LE TRASFORMAZIONI DEL PIANO DI PORTA DI PONTE AD AGRIGENTO
- Autori: Sessa, Ettore
- Anno di pubblicazione: 2024
- Tipologia: Capitolo o Saggio
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/669004
Abstract
Girgenti quale città cresciuta su se stessa all’interno dello storico perimetro murario medievale. Era una condizione, in realtà, superata da tempo con insediamenti cresciuti a grappolo sulle strade extra moenia. All’atto della solenne inaugurazione del 31 agosto 1869, avvenuta alla presenza del Prefetto Delegato Achille Basile e del Sindaco Emanuele Sileci, la storia del cantiere della sede del Palazzo delle Provincia e della Prefettura datava già poco più di dieci anni. Quando, però, gli ingegneri Massimo Dainotto e Giovanni Priolo il 14 maggio del 1858 avevano dato inizio ai lavori per la nuova fabbrica da erigere essa aveva una destinazione di tutt’altro genere, quella cioè di Reale Ospizio di Beneficenza, per il ricovero e l’avviamento alle professioni artigianali e tecniche in genere di maschi “orfani legittimi e mendici e figliuoli privi de’ mezzi di sussistenza”. Fin dal primo progetto, redatto dall’ingegnere Agostino Lo Piano nel 1852, la fabbrica si direbbe concepita verosimilmente anche con il sottinteso intento di avviare un programma valorizzazione e regolarizzazione di un’area extraurbana considerata amorfa. Approvato finalmente il progetto nel marzo del 1856 fu espletata la gara d’appalto l’anno successivo, risoltasi a favore di Giuseppe Bonsignore, e venne scelta per l’edificazione dell’edificio un’area “fuori Porta di Ponte”. L’inizio dei lavori fu fissato il 17 febbraio 1858 e la cerimonia per la posa della prima piena avvenne il 31 luglio. La Direzione dei Lavori fu affidata agli ingegneri Salvatore Chenchi e Gaetano Mondino. Finalmente nel 1864 il Consiglio provinciale delibera il completamento dell’edificio interrotto, un nuovo finanziamento e la realizzazione di un secondo piano per ospitare gli uffici della provincia e della Prefettura, facendo redigere il nuovo progetto all’ingegnere del Genio Civile Giuseppe Saverino (gennaio 1866). Nonostante i mutati rapporti ambientali, però, il Palazzo del Governo continua ancora oggi, non ultimo per la sua stessa silente configurazione classicista “senza tempo”, ad assolvere al suo primitivo ruolo di fulcro architettonico dell’intero settore urbano.