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GIOVANNI POLIZZI

Gli insediamenti fortificati tra la Valle dello Jato e la Piana di Partinico (PA). Archeologia ed architettura degli “ultimi” Musulmani di Sicilia occidentale

Abstract

A seguito delle campagne di scavo della fortezza ossidionale del “Castellazzo” di Jato, si è resa necessaria una revisione dei materiali archeologici provenienti da scavo e ricognizione in tutti quei siti fortificati che hanno accolto la popolazione musulmana durante le rivolte tra ultima età normanna ed epoca sveva. Si è così posta l’attenzione su almeno due fasi nella realizzazione di tali fortilizi, spesso semplici torri piuttosto che castelli veri e propri, corrispondenti all’inizio della dominazione normanna ed al periodo federiciano. Monte Palmeto, Monte della Fiera, Pizzo Mirabella, Castellazzo di Jato, Monte Pagnocco, La Vecchia di Corleone sono alcuni di questi fortilizi che, insieme a quelli noti dalle fonti, Jato, Entella, Celso, Gallo, definiscono in modo chiaro l’articolazione del paesaggio rurale e soprattutto montano in questa porzione della Sicilia (fig. 1). Le ceramiche rinvenute mostrano un diretto rapporto con le produzioni palermitane oltre a prodotti provenienti dall’area messinese, come le pentole invetriate, o dalla Campania, come le forme aperte decorate a spirale. Concentreremo la nostra attenzione sui luoghi fortificati sorti tra la Piana di Partinico (Monte Palmeto e Monte Cesarò) e la Valle del fiume Jato (Monte della Fiera, Pizzo Mirabella, Monte Pagnocco, Castellazzo di Iato); tutti oggetto di ricognizioni di superficie tranne nel caso del Castellazzo dove ormai da cinque anni si svolge uno scavo archeologico regolare (Alfano 2017; Maurici et al. 2014a; Maurici et al. 2014b; Maurici et al. 2016). È stata inoltre dedicata particolare attenzione all’analisi delle strutture murarie principalmente a Monte Cesarò; in Sicilia infatti si è ancora lontani da un atlante delle forme architettoniche o da un’analisi comparata delle murature medievali.