Il rapporto fra Ettore Gabrici e Giovan Battista Ferrigno in un lotto di documenti inediti. Per un ritaglio di storia dell'archeologia selinuntina
- Autori: Polizzi, G.
- Anno di pubblicazione: 2025
- Tipologia: Capitolo o Saggio
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/691445
Abstract
L’archeologia ha sempre suscitato fascino e interesse, secondo modalità e tem- pistiche differenti. La curiosità , poi, può trasformarsi in passione o vero e proprio interesse scientifico, in particolar modo su coloro che vivono un determinato com- prensorio culturale. Il senso di appartenenza e radicamento al territorio, l’amore ed il rispetto che si possono provare per questo, sono sentimenti innati, che tuttavia possono e devono essere trasmessi. Questo obbiettivo fu sempre alla base del pen- siero di Giovan Battista Ferrigno, animato da un amore che seppe trasformare in zelante impegno diretto a favore del suo patrimonio369. Nato a Castelvetrano nel 1862, Giovan Battista Ferrigno spese la sua vita ad occuparsi di «cose di Seli- nunte»370. La sua preoccupazione principale fu sempre, oltre all’auspicio che gli ar- cheologi scavassero il più possibile («... Una voce forte... la emette la stessa Selinunte dalle sue rovine... prendete la zappa ed il badile, toglietemi di dosso gli sterpi e la sabbia, ed io farò strabiliare il mondo... »)371, quella di rendere accessibile a tutti un sito che ancora ai suoi tempi era difficile da raggiungere.
