Salta al contenuto principale
Passa alla visualizzazione normale.

ELISABETTA DI STEFANO

“Sposare la notte”. Esperienze estetiche e atmosfere urbane camminando nella periferia di Palermo

Abstract

Nel corso del Novecento, la città diventa un palcoscenico privilegiato per l'arte contemporanea, grazie al desiderio degli artisti di uscire dai circuiti istituzionali e sperimentare nuove forme espressive. Tra queste, il camminare in ambiente urbano si configura come una pratica artistica capace di trasformare il gesto quotidiano dello spostarsi in un’esperienza estetica. Questo saggio esplora il valore estetico del camminare come forma d’arte attraverso la lente dell’estetica delle atmosfere di Gernot Böhme, che concepisce l’estetica come scienza della percezione e conoscenza sensibile. Dopo una ricognizione sulle radici storiche di questa pratica nei movimenti artistici del Dadaismo, Surrealismo e Situazionismo, il saggio si concentra su un caso di studio specifico: la performance Sposare la notte di g.olmo stuppia, sviluppata in quattro episodi tra Venezia e Palermo nell’ambito del Padiglione Italia della 59ma Biennale di Venezia (2022). L'analisi si focalizza sul terzo episodio della performance, svoltosi a Brancaccio, quartiere periferico di Palermo, caratterizzato da un intreccio di storia industriale, degrado urbano e memoria antimafia. Partecipando personalmente all’evento, l’autrice esamina come il percorso abbia creato un’esperienza multisensoriale e immersiva, generando atmosfere contrastanti capaci di stimolare nuove modalità di percezione e appartenenza alla città. Infine, il saggio riflette su come queste pratiche artistiche possano non solo arricchire il rapporto con gli spazi urbani, ma anche favorire processi di rigenerazione sociale e culturale, proponendo una rinnovata estetica del vivere urbano.