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Riapertura del Complesso Monumentale dello Steri

Da sabato 5 giugno 2021 il Complesso Monumentale dello Steri (piazza Marina, 61), sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Palermo e patrimonio del Sistema Museale di Ateneo (SiMuA), riapre ai visitatori con il nuovo allestimento de La Vucciria di Renato Guttuso in Sala delle Armi ed è visitabile nella sua integrità con la gestione dei servizi affidati a Coopculture.

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La realizzazione del palazzo fu avviata da Giovanni Chiaromonte nella prima metà del XIV secolo e fu dimora di Manfredi I, conte dell’immenso e potente feudo di Modica. Il luogo dell’edificazione, nel quartiere della Kalsa, era stato prescelto per la vicinanza al mare e la qualità del suolo edificabile: un costone roccioso limitrofo al porto, dinanzi all’ansa coperta da acquitrini nella zona su cui oggi sorge piazza Marina. La nobile famiglia raggiunse l’apogeo del potere con Manfredi III, ammiraglio, vicario e duca di Gerba, che tra gli anni Settanta e Ottanta del XIV secolo commissionò lo straordinario soffitto ligneo della Sala Magna, un vero trattato di storia medievale restaurato e restituito nella sua meraviglia, a fine 2019, poco prima dello scoppiare della pandemia. Ma i Chiaromonte non durarono a lungo: dopo l’arrivo in Sicilia del re Martino il Giovane, del padre Martino il Vecchio e della regina Maria, la famiglia è spodestata e nel 1392 Andrea Chiaromonte verrà accusato di tradimento e decapitato. E’ la fine della dinastia, Enrico Chiaromonte lascerà per sempre la Sicilia nel 1397.

La residenza era stata concepita come un imponente cubo a tre elevazioni (l’ultima delle quali rimasta incompiuta) con una corte centrale quadrata circondata da un loggiato a due livelli. Dopo la confisca dei beni ai Chiaromonte, il palazzo divenne sede vicereale tra il 1468 e il 1517, per venire poi assegnato a nuove funzioni istituzionali. Nei secoli successivi, tra 1601 e il 1782 fu sede dell’Inquisizione spagnola, periodo in cui vennero costruite le carceri e le celle delle torture al piano inferiore – le stesse, documento straordinario del periodo, vero urlo di dolore che oggi fa parte del sistema di visite dello Steri -; poi sede della Dogana, dei Tribunali del Regno, fino ad essere acquisito nel 1967 dall’Università di Palermo che ne affida nel 1972 il restauro ad un’equipe di architetti [Roberto Calandra, Camillo Filangeri, Nino Vicari] con la consulenza fino al 1978 (anno della sua morte) di Carlo Scarpa. Che riuscì a firmare un recupero moderno, conservativo, che prevedeva solo materiali compatibili con l’epoca storica e soluzioni geniali per sanare danni da interventi precedenti. E’ lo Steri che appare oggi.

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"Il quadro è una sintesi di elementi oggettivi, definibili, di cose e persone: una grande natura morta con in mezzo un cunicolo entro cui la gente scorre e si incontra. E vuole essere soprattutto, un segno di gratitudine, a livello delle mie forze, per il grande debito che ho nei confronti della mia città." Renato Guttuso

Renato Guttuso dipinge La Vucciria tra il primo ottobre e il 6 novembre 1974. All’epoca Guttuso ha 63 anni, vive a Velate e ha bisogno di tener viva la memoria di quel ben di Dio esposto al mercato. Ma gran parte della merce non poteva essere reperita nei mercati lombardi: veniva così incaricato il fido custode Isidoro di caricare la “robba” sul primo aereo per Milano e da Malpensa, viene poi fatta giungere subito in studio. Storie, ricordi di Fabio Carapezza Guttuso, ma La Vucciria sembra veramente nata tra vicoli e cassette grondanti, su un particolare fondo nero da cui balzano fuori le immagini.

È una grande tela quadrata, 3metri x 3metri, la cui visuale si sviluppa in verticale e alterna l’attenzione dei diversi punti focali ora sui personaggi, ora sulla merce ordinatissima, ora su particolari messi in evidenza. Nella parte alta predominano i rossi e gli arancioni della carne, degli insaccati e della frutta esposta all’interno delle cassette. Nella parte centrale e in quella inferiore, i colori divengono più chiari; a sinistra dominano bianchi, grigi e azzurri del pesce pescato, a destra il verde chiaro e il giallo degli ortaggi, mentre il bianco delle uova richiama l’abito della donna.

La Vucciria è di certo la tela di Palermo, adottata dalla città sin dalla sua nascita, scatenando una guerra tra istituzioni per il suo acquisto, con lettere infuocate tra il Comune e la Regione. Ma fu lo stesso Renato Guttuso a decidere che sarebbe andata all’Università ed esposta allo Steri.

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  • Da lunedì a venerdì, dalle 15.00 alle 20.00

ultimo ingresso un'ora prima della chiusura 

  • Sabato, domenica e festivi, dalle 10.00 alle 20.00

ultimo ingresso un'ora prima della chiusura

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  • Biglietto singolo utilizzabile per una sola entrata.
  • È vietato l’ingresso a persone con la temperatura corporea superiore a 37,5 gradi.
  • I partecipanti dovranno sempre indossare le mascherine, fermo restando la necessità di mantenere il distanziamento interpersonale di almeno 2 metri.
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Intero

  • Euro 8.00
  • Euro 12.00 Integrato open con Orto Botanico
  • Euro 15.00 Integrato open con Orto Botanico + Duomo di Monreale con le terrazze
  • Euro 20.00 Integrato open con Orto Botanico + Duomo di Monreale con le terrazze + Museo Salinas

 

Ridotto

  • Euro 5.00 Gruppi min. da 10 persone, Over 65, Ragazzi 10-17, Architetti, Guide certificate, Insegnanti, Studenti universitari
  • Euro 7.00 under 25 anni. Integrato open con Orto Botanico
  • Euro 11 00 under 25 anni. Integrato open con Orto Botanico + Duomo di Monreale con le terrazze
  • Euro 12.00 under 25 anni. Integrato open con Orto Botanico + Duomo di Monreale con le terrazze + Museo Salinas

 

Le visite guidate sono ammesse su prenotazione, per un numero massimo di 15 persone /fascia oraria, fermo restando la necessità di mantenere il distanziamento interpersonale di almeno 2 metri.

 

Altre Riduzioni

  • Euro 3.00 per Dipendenti Regione Sicilia e MIBACT, Autorità, Giornalisti, Dipendenti UniPa
  • Gratuito per Disabili, Forze dell’Ordine, bambini di età inferiore ai 10 anni.