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Biomedico di Medicina Interna e Specialistica

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Il dipartimento Biomedico di Medicina interna e specialistica (Di.Bi.M.I.S.) è stato istituito il 7 settembre del 2004 raccogliendo l’eredità dell’Istituto di Clinica medica I, alla cui direzione si sono succedute personalità della Medicina interna note in campo nazionale ed internazionale: Maurizio Ascoli, Aldo Turchetti, Vittorio Scaffidi, Antonio Strano e Giandomenico Bompiani. Il termine “biomedico” sottolinea la specificità del dipartimento, che è quella di guardare all’intero organismo umano nella sua complessità biologica e medica.

La struttura si articola in molteplici settori scientifici, in unità operative complesse (Uoc) clinico-assistenziali, tra cui l’ unità operativa di Medicina interna e Cardioangiologia, diretta da Giuseppe Licata; l’unità operativa di Gastroenterologia ed Epatologia diretta da Antonio Craxì; di Endocrinologia e Malattie metaboliche diretta da Aldo Galluzzo, e in unità operative semplici (Uos) quali la Reumatologia, diretta da Giovanni Triolo, la Fisiopatologia circolatoria diretta da Antonio Pinto, la Psicologia clinica diretta da Antonio Bongiorno, la Medicina nucleare diretta da Renato Costa.

Il dipartimento ha un organico di 27 docenti tra ordinari (4), associati (15) e ricercatori (8). "Il dipartimento nasce da un’aggregazione di intenti e dalla volontà di mantenere fede a un tipo di ricerca internistica che, oltre alle biotecnologie, tenga in considerazione, sia parlando di malattie che di terapie, il lato antropologico e umano” - spiega il professore Giuseppe Licata, direttore del dipartimento e per diversi anni al vertice anche dell’Istituto di Clinica medica. “Il punto principale – aggiunge - è considerare il paziente come una persona, risultato dell’interazione tra caratteristiche fisiologiche, vissuto sociale, tratti comportamentali ed eventuali condizioni patologiche che a questi si sovrappongono”.

Nell’ambito del Dibimis sono state svolte in questi anni qualificate ricerche, come quelle sul trattamento dello scompenso cardiaco attraverso una terapia innovativa che consiste nella somministrazione di piccoli volumi di soluzione salina ipertonica (una concentrazione fisiologica di acqua e sale) e di alte dosi di furosemida, un diuretico. Tale trattamento originale, iniziato più di 10 anni orsono dall’équipe di Licata, ha permesso di far sopravvivere più a lungo pazienti con scompenso cardiaco ritenuti refrattari a qualsiasi trattamento e ciò si evince dai risultati pubblicati su riviste internazionali prestigiose fin dal 1999. I risultati a lungo termine di tale tipo di trattamento, che può ritenersi in qualche maniera persino rivoluzionario (in quanto ha allungato di 2-3 anni la sopravvivenza di questi pazienti) in ambito cardiovascolare, sono stati pubblicati nel 2003 su American Heart Journal e nel 2005 sul Journal of the American College of Cardiology e la terapia in questione adottata con successo anche dall’Aspirus Wausau Hospital, uno dei 50 ospedali americani considerati al top per la chirurgia del cuore. Altri studi innovativi e antesignani prodotti dall’équipe di Giuseppe Licata riguardano il ruolo dell’obesità e in particolare dell’obesità con distribuzione del grasso di tipo viscerale quale importante ed emergente fattore di rischio cardiovascolare e metabolico. Le prime relazioni presentate sull’argomento e successivamente confermate in grandi studi prospettici, quali lo studio di Framingham negli USA, risalgono al congresso di Medicina Interna di Firenze del 1992. “La nostra relazione – riferisce il professore Licata – dimostrò che gli obesi sani, giovani, senza malattie apparenti, presentano già, anche dal punto di vista genetico, un profilo di rischio cardiovascolare sfavorevole”. Altre ricerche importanti sono condotte in ambito metabolico (studio immunologico del diabete mellito di tipo 1, carcinoma della tiroide), reumatologico, vascolare (studio dell’ictus nelle sue diverse varianti cliniche, fisiopatologia della trombosi venosa profonda) e gastroenterologico dove particolari studi sono stati rivolti alla ricerca sulle epatiti B e C e sull’epatocarcinoma, con risultati importanti soprattutto per quel che riguarda il trattamento con interferone, una sostanza somministrata per stimolare una risposta immunitaria contro il virus in questione.

Nel dipartimento operano quattro laboratori di analisi cliniche, nel campo sia della ricerca che dell’assistenza: il laboratorio di biologia molecolare, il laboratorio di endocrinologia e malattie metaboliche, il laboratori di emostasi e trombosi ed il laboratorio di allergologia. Altrettanto importanti sono i laboratori strumentali quali il laboratorio di medicina nucleare, quello di endoscopia digestiva, il laboratorio di ecografia internistica e cardiovascolare, il laboratorio di diagnostica cardiovascolare non invasiva, il laboratorio del monitoraggio non invasivo della pressione arteriosa nell’arco delle delle 24 ore.

Nel dipartimento sono altresì presenti numerosi ambulatori specificatamente dedicati alle varie patologie internistiche e specialistiche di competenza (cardiologia, angiologia, cerebrovasculopatie croniche, studio delle cefalee, epatologia, malattie infiammatorie croniche dell’intestino, reumatologia, diabetologia, endocrinologia, psicologia clinica, allergologia, obesità).