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FRANCA PIROLO

La creazione della “Real Compagnia di Assicurazioni Marittime” (1751)

Abstract

Nel 1734, dopo la costituzione del regno indipendente, Carlo ed i suoi ministri ripresero le idee mercantilistiche già espresse in epoca austriaca. Uno dei primi punti fu quello di riorganizzare gli organi di commercio. Nel 1735 fu creata una Giunta di commercio sul tipo di quella austriaca; poi, nel 1739, sciolta la Giunta, fu creato il Supremo Magistrato di Commercio. Il 10 giugno del 1739 si riunì la prima adunanza della Conferenza di Commercio, un nuovo organo da tenersi ogni settimana nella Segreteria di Stato, Guerra e Marina per discutere sugli scambi commerciali, le manifatture e in particolare il ripristino e la costruzione dei porti più importanti. Si cominciò a sistemare prima il porto di Napoli e poi quelli di tutto il Regno. In quegli anni vennero promulgati dei regolamenti per la navigazione dei bastimenti mercantili (1742, 1751, 1757). Inoltre, furono concesse delle franchigie per costruire le imbarcazioni mercantili, specie quelle di grossa portata, armate con cannoni, con permesso della Corte, da usare per la difesa dagli attacchi nemici. Grosse imbarcazioni furono costruite nei cantieri di Piano e Meta nella penisola sorrentina, a Castellammare e a Procida, dove da secoli c’era un’antica tradizione cantieristica. In seguito al potenziamento della marina mercantile, Carlo di Borbone nel 1751 decise di creare la Regia Compagnia di Assicurazioni marittime obbligando tutti i “padroni di barca” ad assicurare i loro bastimenti e le merci sia per la sicurezza della navigazione sia per evitare le frodi. Dai dati che si possono estrarre dai registri delle assicurazioni marittime conservati presso l’Archivio di Stato di Napoli è possibile tracciare le linee del commercio estero napoletano, incrementato dopo i trattati stipulati nel Mediterraneo con le potenze barbaresche e il Levante ottomano e nel Mare del Nord con la Danimarca e la Svezia. Le Assicurazioni marittime sono un documento prezioso per analizzare le rotte dei commerci napoletani e dei tipi di imbarcazione usati manca però la possibilità di creare delle tabelle seriali sulla quantità delle merci per le quali viene espresso solo il capitale assicurato.