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Progetto AGROPEF

Si è tenuto venerdi 17 ottobre 2025 l’evento dal titolo “Le PMI quali attori per uno sviluppo sostenibile ed integrato del territorio: le esperienze dei progetti AGROPEF e LE VIE DEL GUSTO”, promosso dal Centro di Sostenibilità e Transizione Ecologica (CSTE) dell’Università degli Studi di Palermo e dal GAL ISC Madonie.
La giornata, ricca di contributi e partecipazione, ha visto una forte presenza di amministratori, imprese, studiosi e professionisti del settore agroalimentare e turistico, diventando un’occasione significativa di confronto e crescita per il territorio madonita.

L’incontro è stato suddiviso in due momenti: la sessione mattutina al Castello dei Ventimiglia e quella pomeridiana presso l’Eremo di Liccia.
Al mattino, sotto il coordinamento dei professori Maurizio Cellura e Carmine Bianchi insieme al Direttore del GAL ISC Madonie Dario Costanzo sono stati presentati i due progetti portati avanti dalle due organizzazioni.

In relazione al progetto “Le Vie del Gusto” sono state presentate le iniziative ad esso collegate. L’assessore Dario Guarcello ha illustrato la futura Banca del Vino di Castelbuono, evidenziandone la visione strategica: non un’enoteca tradizionale, ma un vero e proprio hub mediterraneo ispirato al modello di Pollenzo, pensato per valorizzare il patrimonio enologico, i vitigni autoctoni e le imprese di settore attraverso attività formative, divulgative e promozionali. La struttura ospiterà un archivio storico di etichette pregiate, sale per incontri e degustazioni, spazi didattici e un comitato scientifico di rilievo nazionale.

Accanto a questa esperienza è stata presentata anche la Banca dell’Olio di San Mauro Castelverde, illustrata dal sindaco Giuseppe Minutilla, nata per custodire e promuovere la cultura dell’olio d’eccellenza e per creare una rete di tutela e valorizzazione dei produttori locali. Il progetto mira a trasformare l’olio madonita in un vero ambasciatore territoriale, attraverso attività di conservazione, tracciabilità e divulgazione della qualità delle coltivazioni autoctone.

La sindaca Tiziana Cascio ha quindi presentato il totem multimediale del Museo della Targa Florio di Collesano, uno strumento innovativo di narrazione digitale per rendere ancora più accessibile il patrimonio storico legato alla celebre corsa automobilistica. L’installazione consentirà un’esperienza immersiva per i visitatori, fungendo da ponte tra memoria storica e tecnologie interattive e potenziando l’offerta culturale e turistica del museo.

La professoressa Roberta Garibaldi dell’Università di Bergamo ha successivamente approfondito le dinamiche del turismo gastronomico, sottolineando il valore di un modello che integri identità territoriale, cultura e sostenibilità come leve di competitività.

Fulcro della sessione mattutina è stato il progetto AGROPEF, promosso dal CSTE e dedicato all’applicazione della Product Environmental Footprint (PEF) al settore agroalimentare, con l’obiettivo di misurare in modo scientifico e comparabile l’impatto ambientale dei processi produttivi lungo l’intero ciclo di vita del prodotto. Il progetto, che coinvolge diverse PMI del Mezzogiorno, mira non solo a fornire strumenti tecnici di calcolo e rendicontazione, ma anche a rafforzare la consapevolezza delle imprese rispetto alle opportunità legate alla transizione ecologica, favorendo percorsi virtuosi di sostenibilità certificata e riconoscibile sui mercati.

I professori Maurizio Cellura, Sonia Longo e Carmine Bianchi hanno illustrato le linee guida metodologiche del progetto, spiegando come la PEF rappresenti oggi un riferimento strategico per l’Unione Europea nel dialogo tra produzione, consumo e politiche pubbliche, grazie alla sua capacità di fornire indicatori trasparenti, comparabili e verificabili. È stato inoltre sottolineato come la PEF non sia solo un adempimento tecnico, ma anche un’opportunità per differenziare i prodotti di qualità, migliorare l’efficienza dei processi produttivi e posizionarsi in modo più competitivo sui mercati nazionali e internazionali.

A seguire, Marta Bonura ha presentato il lavoro di sperimentazione condotto su due casi pilota – Donnafugata e Primeluci – illustrando i risultati emersi dall’applicazione concreta della metodologia PEF alle rispettive filiere produttive. L’analisi ha permesso di individuare i punti critici in termini di impatto ambientale, le possibili azioni di miglioramento e i vantaggi competitivi derivanti dall’adozione di pratiche più sostenibili, con un approccio che integra dati tecnici e strategie aziendali.

Successivamente, Noemi Grippi ha approfondito l’analisi dei fattori abilitanti e ostativi che influenzano l’adozione della PEF da parte delle PMI siciliane, evidenziando come la diffusione di questa metodologia dipenda non solo dalla disponibilità di strumenti tecnici, ma anche da elementi organizzativi, culturali, economici e di governance territoriale. Tra gli aspetti facilitanti sono stati segnalati la presenza di reti tra imprese, accompagnamento scientifico e sinergie istituzionali, mentre tra gli ostacoli sono emersi la frammentazione aziendale, la carenza di competenze interne e l’accesso limitato a investimenti mirati.

La sessione si è chiusa con un dibattito animato e con i contributi di Alessandro Ficile (SO.SVI.MA. S.p.A.) e Salvatore Burrafato (ONAV Enna), che hanno ribadito la necessità di rafforzare le reti territoriali e di promuovere modelli di economia circolare.

Nel pomeriggio, presso l’Eremo di Liccia, i partecipanti hanno visitato gli spazi destinati alla futura Banca del Vino, attualmente in fase di allestimento su progetto dell’architetto comunale Allegra. I presenti hanno potuto constatare direttamente lo stato dei lavori, mentre chi non era fisicamente presente potrà visionare le immagini allegate a questo comunicato.

A seguire si è svolto un focus group sul tema “Fattori abilitanti e ostativi nell’adozione della Product Environmental Footprint da parte delle PMI del Mezzogiorno d’Italia”, per poi concludere con una degustazione guidata a cura dell’ONAV, che ha valorizzato i vini del territorio.

Il convegno ha rappresentato un importante momento di dialogo tra mondo accademico, imprese e realtà locali, dimostrando come sostenibilità, innovazione e valorizzazione delle risorse identitarie siano elementi fondamentali per costruire un futuro più competitivo e resiliente per le Madonie e per tutto il Mezzogiorno.

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