Quello che i polpi non dicono: i racconti animali di Vinciane Despret
- Autori: Vanacore, B.
- Anno di pubblicazione: 2025
- Tipologia: Capitolo o Saggio
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/691773
Abstract
Autobiografia di un polpo e altri racconti animali è una tappa importante nel lavoro di Vinciane Despret: filosofa e psicologa che da oltre vent’anni si interroga sugli animali e su chi li osserva. Un’etologia degli etologi che trova il proprio complementare in quella che, nell’introduzione italiana al libro, Emanuele Coccia definisce “un’etnografia del non umano”. I tre racconti che compongono Autobiografia di un polpo sono uniti da un filo conduttore: alcuni scienziati facenti parte dell’Associazione di Terolinguistica (la linguistica degli animali selvatici) si interrogano su una serie di casi bizzarri ma non implausibili. Quello adottato è uno sguardo che immagina ciò che saranno, più che gli animali, le nuove prospettive di ricerca nell’ambito dell’etologia. In questo quadro, ragni, polpi e vombati sembrano veramente, come li definisce Marrone (2022), creature “para-borgesiane”: questo lavoro, come Il libro degli esseri immaginari (Borges 1967), è per sua natura un “libro dei sogni” (Scarano 2014). Ma la terolinguistica non è così lontana dalla realtà. Gli animali sono inquadrati dall’autrice come dei creatori la cui opera diviene visibile nell’interazione. Questo contributo lavorerà su Autobiografia di un Polpo in comparazione a Il libro degli esseri immaginari di Jorge Luis Borges. Il focus è sul tema della trasformazione nel rapporto uomo-animale: sarà indagata la dimensione somatica (declinata nella percezione, nella spazialità e nell’aspetto patemico), la differenza fra divenire animale (Deleuze, Guattari 1980) e ibridi, nonché una breve riflessione sulle ontologie dominanti (Descola 2005) all’interno dei testi.
