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ANDREA MARÇEL PIDALA'

Il patrimonio costiero come valore ecologico guida per la pianificazione dell’utilizzo -autosostenibile- delle aree del demanio marittimo. Il Caso studio del Piano di Utilizzo del Demanio Marittimo (P.U.D.M.) di Capo d’Orlando (Me)

Abstract

Il presente contributo alla XXIV Conferenza Nazionale SIU si inquadra all’interno della sessione 8. Agire sul patrimonio (coordinata da Anna Marson), ma potrebbe anche inquadrarsi, in alternativa, all’interno della sessione 3. la declinazione della sostenibilità ambientale nella disciplina urbanistica (coordinata da Maria Valeria Mininni). Lo strumento di pianificazione territoriale delle coste definito come piano di utilizzo del demanio marittimo (p.u.d.m. ai sensi della L.R. 29 novembre 2005, n. 15 ed s.m.i.) rappresenta, per i territori costieri della Regione Siciliana, l’occasione per riflettere e pianificare l’utilizzo di queste aree, molto delicate dal punto di vista ecologico. Questa è la tesi sostenuta in questo contributo. Come gran parte dei Comuni costieri, anche Capo d’Orlando (ricadente amministrativamente nella Città metropolitana di Messina, da cui dista circa cento chilometri, situato sulla costa tirrenica con alle spalle i Nebrodi e di fronte il patrimonio dell’umanità delle Isole Eolie) si trova a dover redigere lo strumento per consentire un uso più equilibrato della fruizione del mare, non solo per la libera fruizione, ma anche per l’utilizzo di queste aree per le iniziative stagionali private per il loisir. Alla base di questa ricerca-azione vi è una struttura del piano forgiata su un forte apparato conoscitivo e valutativo (anche grazie alla valutazione ambientale già insita nel modus operandi) dell’identità territoriale che diviene metodologia guida. Il piano si pone come strumento di governo del territorio costiero in termini di auto-sostenibilità economica, ecologica, sociale, locale e d’area vasta per consentire una gestione più equilibrata e un uso compatibile con le risorse terrestri.