Gibellina Ideologia e utopia
- Autori: La Monica, M.
- Anno di pubblicazione: 2024
- Tipologia: Curatela
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/665930
Abstract
Si ripropone il saggio curato da Giuseppe La Monica, intitolato Gibellina Ideologia e utopia ed edito nel 1981. A tal proposito, lo studioso scrive che «La metodologia progettuale-politica, per la Valle del Belìce e la stessa Gibellina, è stata, in gran parte, ideologia: infatti la opacità della coscienza (o i suoi abbagli) ha coinciso con la produzione dell’arcano (la merce) e con la divisione capitalistica del lavoro e delle classi. Il verticisimo demiurgico dell’intellettuale-tecnico: i due vertici, produttori di forma forte, si sono rafforzati a vicenda; la metodologia (sovrastrutturale) è stata intrinsecamente riflesso-modello (con esatta omologia, in questo caso) della gerarchia (strutturale), a sua volta modello “formante” introiettato: e lo dimostra il fatto che tutto, o quasi, è stato ideato e compiuto colonialisticamente: l’organismo urbano è, così, forma simbolica della totalità ideologica dominante. Di fronte alla negativa realtà parzialistica, progetti alternativi e opere d’arte non possono che assumere in se stesse la condizione di parzialità: l’utopia ‒ quella che è “critica” e non, a sua volta, apologia di se stessa ‒ non può che tradurre i bisogni frantumati in frammenti evocativi del bisogno stesso, del sogno del positivo, di una totalità potenziale (non dogmaticamente potente) ancora da venire, ancora da costruire faticosamente, tra le ambiguità e contraddizioni dei processi storici». Naturalmente, dal 1981 ad oggi alcuni scenari sono mutati oscillando, tuttavia, tra modelli urbanistici, tra piani di completamento rimasti incompiuti, tra progetti d’architettura ed opere architettoniche in parte interessanti ma, a volte, mai terminati e sculture, pitture, macchine sceniche e fotografie donate a Gibellina Nuova. Nonostante tutte le contraddizioni di Gibellina Nuova, la Fondazione “Orestiadi” Istituto Alta Cultura-Onlus, sita presso il Baglio Di Stefano continua a promuovere plurime attività artistiche e culturali nel segno della visione di Ludovico Corrao. Frattanto, a Gibellina vecchia, invece, vi è il Grande Cretto di Alberto Burri, che è un eccezionale esempio di Total Art e di genius loci. Questo studio affronta con sguardo lucido e critico la rinascita di Gibellina Nuova e vecchia a partire dalle problematiche della città, dei rapporti tra le architetture, gli spazi urbani e le opere d’arte fino naturalmente all’immenso contributo degli artisti che tuttora si recano a Gibellina, omaggiando l’urbs.