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PATRIZIA SARDINA

La regina Elisabetta di Carinzia: straniera e vedova nella Sicilia del Trecento

Abstract

L’esame approfondito della cronaca del cosiddetto Michele da Piazza, infarcita dei consueti stereotipi sulle donne, getta luce sulla agency della regina Elisabetta di Carinzia che fece leva su un’alleanza tra i tedeschi della sua corte e la famiglia Palizzi per lottare contro gli avversari politici, il cognato Giovanni, duca di Randazzo, e Blasco Alagona, conte di Mistretta, e si scontrò con gli arcivescovi di Cefalù e Messina. Elisabetta non sfugge agli stereotipi della regina vedova con un erede al trono minore, che è facilmente influenzabile a causa della debolezza femminile e, al contempo, ricorrere a sotterfugi per difendere il figlio e tutelare sé stessa. Al di là del linguaggio, infarcito di stereotipi, dalle fonti documentarie emergono il mecenatismo della regina, vicina alla spiritualità francescana, e lo spazio fondamentale della preghiera e della beneficienza. Sul piano internazionale, partecipò alle trattative di pace tra il Regno di Sicilia e il Regno di Napoli ed ebbe rapporti epistolari con papa Clemente VI e Pietro IV d’Aragona.