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PATRIZIA SARDINA

Tra lusso e peccato nella Sicilia medievale

Abstract

Nella Sicilia tardomedievale, la trasformazione di abiti e oggetti preziosi, lussuosi e costosi, in paramenti a arredi sacri era una chiara forma di restituzione, che assumeva la medesima funzione della costruzione di cappelle, chiese e monasteri. Manfredi III Chiaromonte, conte di Modica, fondò il monastero di Santa Maria degli Angeli di Baida per potere «terrena in celestia, et transitoria in eterna commutare». La stessa aspirazione nutrivano i testatori che emendavano il peccato di vanagloria derivante dal possesso di beni di lusso, mutando il profano in sacro. Senza ricorrere al fuoco purificatore dei roghi delle vanità, eretti dai Francescani nelle pubbliche piazze, abiti lussuosi e oggetti preziosi rinascevano a nuova vita, trasformati in strumenti di salvezza, da utilizzare nella sfera del sacro.