Alagona e Chiaromonte, signori del mare nella Sicilia del Trecento
- Authors: Sardina, Patrizia
- Publication year: 2025
- Type: Capitolo o Saggio
- OA Link: http://hdl.handle.net/10447/677343
Abstract
Le famiglie che nella seconda metà del Trecento si contesero la leadership in Sicilia basarono il loro potere, oltre che sul possesso di feudi destinati alla produzione di frumento e formaggio, in parte esportati all’estero, sulla creazione di signorie marittime, connesse all’attività portuaria. I conflitti tra Alagona e Chiaromonte nella Sicilia orientale si risolse a favore dei primi che riuscirono a controllare oltre al porto di Catania, centro della loro signoria, anche quello di Siracusa, strappata a Manfredi [III] Chiaromonte nel 1355. Nella Sicilia occidentale, i Chiaromonte monopolizzarono l’attività portuaria a Palermo e Agrigento, basi fondamentali del loro potere. A Palermo, dopo avere edificato un imponente palazzo (Steri) nel quartiere marinaro della Kalsa, i Chiaromonte spostarono verso il porto il baricentro del governo cittadino. Ad Agrigento, nel 1361 Federico [III] Chiaromonte reggeva la città sia tramite la carica di capitano e castellano, sia grazie all’affidamento a vita della torre della marina del porto. Il controllo delle attività portuali assicurò agli Alagona e ai Chiaromonte una proficua collaborazione economica con i mercanti stranieri presenti nell’isola e proiettò la loro azione in contesto euro-mediterraneo.