Skip to main content
Passa alla visualizzazione normale.

MANOELA PATTI

Tra nuove pratiche e lotte anti-istituzionali. Infermieri a Palermo dalla Legge Mariotti alla Legge Basaglia (1968-1978)

Abstract

L’esperienza italiana avviata da Franco Basaglia e da Franca Ongaro Basaglia nell’Ospedale psichiatrico di Gorizia nei primi anni Sessanta rivoluzionò, com’è noto, il paradigma psichiatrico, anche a partire dalle pratiche, attraverso una critica radicale della psichiatria in quanto ideologia del controllo sociale. In quegli anni, la “Legge Mariotti” nel 1968 riformò parzialmente la Legge Giolitti del 1904. Ma la riforma non aveva determinato alcuna rottura significativa nel paradigma psichiatrico. La fine del manicomio, si sosteneva, poteva giungere solo da una rivoluzione dei rapporti di potere che ne avevano permesso l’esistenza, e che avevano anche regolato i rapporti tra medici e infermieri, attribuendo a questi ultimi primariamente il ruolo di custodi dell’ordine sociale che il manicomio era chiamato a tutelare; assolvendo gli infermieri – scrivevano Basaglia e Ongaro in Crimini di pace – «la prima delega di controllo e di dominio sull’internato». Il contributo ricostruisce alcune delle tappe attraverso cui, nella fase delle lotte anti-istituzionali, tra anni Sessanta e Settanta, gli operatori psichiatrici ripensarono il loro ruolo all’interno di una più ampia trasformazione della psichiatria e del ruolo della medicina e dell’assistenza nella società, prendendo in esame il caso degli infermieri dell'OP di Palermo Pietro Pisani, il loro rapporto con il discorso della psichiatria radicale, nell'ambito di rapporti mediati anche dai sindacati