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FRANCESCO MANGIAPANE

I Puffi nella foresta segreta

  • Authors: Mangiapane, F.
  • Publication year: 2017
  • Type: Articolo in rivista (Articolo in rivista)
  • Key words: I Puffi, cartoni animati, semiotica, prima infanzia
  • OA Link: http://hdl.handle.net/10447/226122

Abstract

Viaggio nella foresta segreta è il terzo film dedicato da Sony Picture Animation al rilancio della celebre serie di personaggi animati disegnati da Peyo. Già Umberto Eco in un simpatico articolo uscito su Alfabeta ne descriveva i contorni, sottolineando la complessità semiotica della neolingua puffa, gli aspetti egualitari del loro vivere insieme (tutti i puffi sono uguali e maschi), la forma di governo gerontocratica (tutto il potere va all’anziano Grande Puffo), l’enigma della loro riproduzione (come si diventa puffo?), il carattere di utopia politica misticheggiante del loro modello di società (una comune sessantottina) che assume le sembianze di un’età dell’oro tanto bucolica quanto fiabesca. Ci vorrà una trentina d’anni da quell’articolo, perché il filosofo francese Antoine Buéno, nel suo famoso Libro nero dei puffi, possa ribaltare il punto di vista di Eco, riconoscendo nei medesimi tratti individuati dal semiologo (e in altri ancora) il segno di una mira totalitaria, più o meno consapevolmente ispirata al modello comunista e nazista. Si potrebbe obiettare che, nella metafora politica dei Puffi, sia gioco facile rintracciare alcuni elementi archetipici generali da cui anche comunismo e nazismo hanno sicuramente pescato. Si tratta di una retorica comunitarista più ampia e radicata dei totalitarismi novecenteschi, che trova il suo senso nella dialettica con l’ipotesi alternativa, fondata sull’individuo e sull’anonimato.